Poche novità e tre punti: la prima Juve di Igor Tudor

Poche novità e tre punti: la prima Juve di Igor Tudor
sabato 29 marzo 2025, 20:58Mister Nicolino
di Mirko Nicolino
Il nuovo allenatore non ha avuto molto tempo per preparare la gara contro il Genoa ma intanto si parte da una ritrovata compattezza

La Juventus vince di corto muso contro il Genoa e seppur non sia stata una partita memorabile, la cosa più importante è aver portato a casa i tre punti. Igor Tudor non può dunque che essere soddisfatto almeno dal punto di vista dell’impegno e della dedizione. Con solo 2 allenamenti e una rifinitura oggettivamente non si poteva pretendere un cambio di credo calcistico, ma quantomeno che l’ambiente si compattasse.

Insomma, c’è tanto ancora da lavorare, ma quantomeno c’è stata una reazione d’orgoglio e di tecnica da parte dei giocatori più dotati della rosa. Il tecnico croato non ha fatto granché a parte cambiare il modulo, che essendo per definizione la disposizione statica in campo dei calciatori, conta tanto e non quanto. Quello che più conta sono i movimenti (il modello di gioco e la strategia, nello specifico) e seppur senza fare nulla di trascendentale, i bianconeri si sono mossi bene cercando di sfruttare le proprie caratteristiche.

Tudor ha iniziato sin da subito a invitare i suoi ad andare a prendere i rispettivi avversari quasi a tutto campo e anche se non lo si è fatto per tutta la gara, di grossi pericoli non se ne sono corsi. Qualche rischio si è avvertito soprattutto nel primo tempo, quando si sono persi alcuni 1 vs 1, ma a parte un paio di occasioni pericolose, il Genoa è stato tenuto a debita distanza dalla linea di porta difesa da Di Gregorio. Per il resto, il nuovo allenatore della Vecchia Signora si è sgolato più che altro per chiedere a Vlahovic di stare alto e allungare la squadra, ribadendo costantemente ai suoi di giocare la palla in avanti.

Rispetto al recente passato è dunque una Juventus che palleggia molto meno e che appena recupera il pallone cerca di verticalizzare per sfruttare la profondità. Purtroppo, a parte Yildiz, Thuram e Gonzalez (grande gara di sacrificio da quinto per l’argentino) gli altri non ci sono riusciti granché. Fa rumore l’ennesima prestazione negativa di Koopmeiners, che lo stesso Tudor ha ammesso essere in difficoltà, mentre per contraltare McKennie ha fatto un altro ruolo confermando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che il texano chiunque arrivi ad allenare la Juve, alla fine gioca sempre.

In definitiva, per come è stata costruita la rosa, sarà difficile per Tudor vestirle addosso questo 3-4-2-1 molto verticale, ma se ciascuno farà la sua parte anche a costo di soffrire qualcosa i risultati si possono portare a casa. Ci vorrà tempo e tanto lavoro, perché si passa da un modello di gioco a un altro che è quasi uno sport completamente diverso, ma anche portando a casa una sorta di ibrido, con la compattezza è l’unità di intenti le 5-6 vittorie che mancano per aggiudicarsi un posto nella prossima Champions League sono assolutamente alla portata.