Due facce della stessa Juve
Era troppo importante tornare a fare i tre punti, per la classifica e per il morale e la Juventus è riuscita nell’intento. Ancora una volta, però, la squadra di Thiago Motta ha mostrato due facce e il paziente può considerarsi solo parzialmente guarito. L’avvio è stato letteralmente da film horror, con gli endemici errori difensivi soprattutto nelle marcature sulle palle da fermo e sulla copertura del lato cieco. Cambiano gli interpreti (oggi c’è stato il debutto di Veiga e lo spostamento di Savona sul versante sinistro della difesa), ma i bianconeri continuano a ballare paurosamente.
Dopo la rete dell’Empoli con l’ex De Sciglio (mai e poi mai il pallone può attraversare tutta l’area piccola in quel modo), per arghi tratti Juve è sembrata poter prendere altri gol per via delle transizioni veloci della squadra di D’Aversa. I bianconeri, invece, sono parsi assai ansiosi soprattutto dalla metà campo in su, sbagliando diverse scelte per la foga di riprendere la partita. La conferma indiretta che in questa squadra ci sia ancora paura e insicurezza, soprattutto nei momenti in cui le cose non si mettono come previsto dal piano gara dell’allenatore.
In questa globale negatività, grazie alle giocate dei singoli, Yildiz in primis, la Juventus è riuscita a confezionare 2-3 palle gol prima dell’intervallo. L’inizio della ripresa è arrembante, con Kolo Muani e soci che dimostrano subito di voler riprendere in mano la partita. La caparbietà del nuovo arrivato, ma soprattutto la tecnica di Yildiz (non ci sono schemi né giocate codificate a parte il palleggio da dietro) portano al meritato ribaltamento del risultato.
Una volta sul 2-1, l’Empoli ha costretto la Juve ad abbassarsi un po’, ma nonostante ciò occasioni clamorose dei toscani non ce ne sono state. A superare il momento di empasse dei bianconeri hanno contribuito poi l’espulsione di Maleh, ma anche il fatto che i toscani – già rimaneggiati per ben 9 assenze – abbiano perso per problemi muscolari altri due difensori. Gli uomini di D’Aversa, dunque, da metà ripresa in poi hanno lasciato letteralmente le praterie alle transizioni positive della Juventus, che ha approfittato della qualità dei singoli subentrati, ovvero Conceicao e Vlahovic per rimpinguare il bottino.
Insomma, c’è ancora tanto da lavorare, sia in campo sia sulla testa dei giocatori e ora dovranno essere bravi Motta, il suo staff e la dirigenza, perché per l’ennesima volta in stagione c’è la possibilità di aprire un ciclo di risultati positivi e visto che le partite restanti al termine della stagione sono sempre meno, sarebbe deleterio se non letale fare nuovamente dei passi indietro.
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