Braghin: "Rigore assegnato all'Inter un abbaglio dell'arbitro, adesso il Campionato è riaperto"

Stefano Braghin, nel corso di un'intervista rilasciata ai microfoni di Tuttosport, torna a parlare dell'episodio arbitrale che ha portato la Juventus Women alla sconfitta nel match di domenica contro l'Inter.
"Campionato? Domenica al 90’ il campionato era virtualmente chiuso, in tre minuti si è riaperto anche perché adesso le inseguitrici stanno molto meglio di noi dal punto di vista psicologico e perché abbiamo ancora lo scontro diretto con entrambe".
"Rigore? Un episodio che ha influito tantissimo non solo sulla partita, ma sulla storia di questo campionato: è stato un palese abbaglio dell’arbitro. In trent’anni di calcio non ho mai visto un calciatore che contemporaneamente riesce a colpire di testa e a sgambettare volontariamente un avversario. Forse solo in Kung Fu Panda… Seriamente, credo che per dare un rigore al 93esimo in una sfida scudetto servano evidenze ben diverse, posto che qui di evidente c’era ben poco".
"Var? Ben venga il VAR a chiamata e speriamo anche che la “crisi vocazionale” all’arbitraggio possa essere risolta: non è facile avere un livello alto, ma so che si sta lavorando per alzare la concorrenza e, di conseguenza, il livello delle prestazioni arbitrali in coerenza con quanto accade sui campi del calcio femminile".
"Ricadute psicologiche? Poter rigiocare dopo sette giorni forse sarebbe stato più semplice, avere due settimane per pensare a quanto è accaduto potrebbe non essere d’aiuto. Ma la nostra è una squadra genuina e appassionata. Si è visto nei due minuti successivi proprio a quel rigore… Le ragazze hanno cercato di reagire all’ingiustizia rimediando anziché ragionando per conservare il pareggio, cosa che sarebbe stata più logica. In quel momento il cuore ha prevalso sulla ragione, questa è una cosa bellissima che non potrò mai rimproverare loro. Poi, è vero, dobbiamo crescere in questo tipo di letture perché certi slanci si pagano cari e proprio l’episodio del rigore ci insegna che in alcuni frangenti dobbiamo imparare anche noi, come fanno gli avversari, a essere più furbi e meno immacolati".
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