Juventus umiliata, impaurita, mai evolutasi

Juventus umiliata, impaurita, mai evolutasi
Oggi alle 00:11Mister Nicolino
di Mirko Nicolino
A due mesi dalla fine del campionato la Juve di Thiago Motta cede nettamente a un'Atalanta più esperta, più squadra, più tutto

Un’umiliazione sotto tutti i punti di vista. La Juventus ha subito letteralmente una lezione di calcio da parte dell’Atalanta, che tra l’altro non stava vivendo il momento migliore della sua stagione. A due mesi dal termine della stagione i bianconeri sono questa roba qui e bisogna prenderne atto: non c’è stata alcuna evoluzione. Nel primo tempo la squadra allenata da Thiago Motta è parsa molto ansiosa e confusionaria: è vero, il gol del vantaggio della Dea è arrivato solo su calcio di rigore, ma fino a quel momento i bianconeri non erano riusciti a confezionare nemmeno un’azione da gol degna di nota.

Anzi, ogni qual volta l’Atalanta si proiettava in avanti sembrava potesse creare sempre qualcosa di pericoloso. Motta ha schierato Kolo Muani di punta con Gonzalez a sinistra e Yildiz a detstra, ma i tre giocatori più avanzati, oltre ad essere serviti poco, sono entrati pochissimo in partita. Fa male soprattutto vedere il francese arrabbiarsi per la sostituzione: è letteralmente irriconoscibile rispetto al giocatore che era arrivato a Torino e che era andato subito in gol in diverse gare. Ora si è praticamente adattato al contesto, abbassando anche il suo livello personale tecnico tattico.

A livello tattico e mentale, dunque, l’Atalanta è parsa sin dalle prime battute aver preparato meglio la partita, ma nell’intervallo se possibile le cose sono addirittura peggiorate tra le fila della Juventus. Motta inserisce Koopmeiners al posto di Yildiz sul versante destro dell’attacco e dopo un solo minuto un erroraccio di Kelly ha spianato la strada al raddoppio degli ospiti. Ancora una volta la fase difensiva bianconera è parsa molle e impacciata, a conferma che il dato relativo alla miglior difesa quanto a gol subiti fosse solo relativo. Da quel momento in poi non c’è stata più partita, con il primo tiro nello specchio di Carnesecchi da parte della Signora arrivato solo nei minuti finali.

In mezzo, solo tanto palleggio sterile e inutile, senza profondità, con tanti errori tecnici e il terrore negli occhi degli juventini a ogni pallone perso. Gli altri due gol siglati dall’Atalanta sono solo la conseguenza di una squadra che non è mai migliorata, nei singoli e nel collettivo. Solo un ottimo Di Gregorio, a sproposito anche spesso critica,o ha evitato un passivo peggiore. Onestamente, a livello tecnico-tattico sembrano mancare le basi e i primi responsabili sono ovviamente i calciatori, molto giovani e inesperti, quasi sempre incapaci di gestire i momenti delle partite.

L’Atalanta, dal canto suo, è stata molto più matura come squadra e ha dimostrato di sapere uscire da un periodo non proprio brillante, mentre la Juve, che avrebbe dovuto avere la spinta delle cinque vittorie consecutive e la freschezza di poter finalmente preparare una partita a settimana, si è letteralmente disgregata. L’obiettivo è ora chiudere la stagione con meno danni possibili e poi ripartire, ancora una volta da zero.