Sette punti in tre partite non arrivano per caso

Primo tempo di assoluta autorevolezza, secondo di gestione col brivido finale. Si può riassumere così la gara vinta dalla Juventus contro il Lecce all’Allianz Stadium di Torino per 2-1. L’avvio di gara dei bianconeri è stato tambureggiante. Sì, ma c’era il Lecce di fronte, osserva qualcuno, però fino a qualche settimana fa queste gare solitamente si pareggiavano. Al solito, bisogna andare a fondo dei processi di cambiamento e quello della Vecchia Signora ha una duplice faccia: quella di Igor Tudor è una squadra impostata in maniera molto differente da quella di Thiago Motta e questo è un dato di fatto; l’altro dato di fatto è che alcuni problemi ci sono ancora e con ogni probabilità di protrarranno fino al termine della stagione.
Imperativo conviverci, dunque, limitando i danni quanto più possibile. Quello che ha confermato la partita con il Lecce è che questa squadra ora è molto più verticale, torna indietro molto di meno, nelle transizioni positive cerca più rapidamente possibile la verticalità e si prende anche qualche rischio uomo su uomo. La conseguenza è una squadra che può subire delle ripartenze pericolose, ma dalle parti della porta avversaria è più pericolosa, anche con le conclusioni da fuori. Continui sono gli inserimenti dei trequartisti, dei quinti e anche dei braccetti (soprattutto Kelly), in modo da portare negli ultimi metri più uomini possibili in modo da impegnare le difese avversarie in maniera massiccia.
Le due reti di Koopmeiners e Yildiz sono l’emblema del calcio di Tudor, che cerca la verticalità sfruttando al massimo le caratteristiche dei singoli. Vlahovic onestamente è parso al solito impacciato nelle conclusioni, ma è stato molto prezioso in manovra e dei due assist gli va dato grande merito. Koopmeiners è calato alla distanza (pare anche per un fastidio fisico), ma quantomeno la prima mezzora è stata molto incoraggiante rispetto alle prestazioni più recenti. Al solito preziosissimo capitan Locatelli, ma in questo momento oltre a Yildiz secondo me questa Juventus non può fare a meno del nuovo “cavallo pazzo” Thuram, che ha quantità e qualità da vendere.
La nota dolente sono stati i subentrati, scelti da Tudor per migliorare la gestione tecnica della gara, ma che a parte Cambiaso, non hanno dato quello che il tecnico croato probabilmente si attendeva. La squadra ha perso centimetri e al contempo tranquillità, poi nel finale è arrivato l’ennesimo gol sugli sviluppi da calcio da fermo con marcatura a zona. Il tecnico della Juventus ha già affrontato l’argomento, sottolineando che su questo aspetto proseguirà sulla linea tracciata da Thiago Motta. Il tempo per lavorare e cambiare le cose non è molto, e gli interpreti non si possono sostituire fino al prossimo mercato (al netto del recupero di Gatti tra qualche settimana). Insomma, al momento la Juve è nelle condizioni di dover prendere tutto quello che viene e in qualunque modo viene. Al momento 7 punti in 3 partite rappresenta un ottimo bottino in chiave Champions League. Mantenere questa media punti significherebbe sicuramente qualificarsi per la coppa dalle grandi orecchie. Il resto al momento non conta.
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