Tosta in Europa, zoppicante in Italia: la doppia faccia della Juve di Motta
La vittoria contro il City di Guardiola mette in mostra una Juve d'altri tempi: la squadra di Motta è solida, determinata, capace di soffrire e al momento giusto colpire. Testa, gambe, cuore e cinismo. In sintesi, la gara perfetta, considerando l'avversario. Inevitabile il pensiero ad Allegri, ma forse è arrivato il momento di archiviare il passato e voltare pagina. Comunque sia, la serata dello Stadium dà un'accelerata al cammino europeo dei bianconeri. I playoff sono ormai ad un passo, ma battendo Club Brugge e Benfica, sarebbe qualificazione diretta agli ottavi. Con conseguente sorriso per le casse societarie, fermo restano il risultato sportivo di rilievo in questa nuova Champions League. Vincere contro uno dei team più forti al mondo, guidato da un top coach assoluto, inietta nelle vene bianconere dosi massicce di autostima e consapevolezza dei propri mezzi. E guai a sminuire l'impresa perché gli inglesi, malgrado il momento storico negativo, fanno registrare un possesso palla del 69%, condito da 12 tiri, di cui 3 nella porta del bravo Di Gregorio. Dunque una truppa non proprio allo sbando, semmai brava la Juve a rendere più sterile il comando del gioco avversario. Finora l'eurobilancio è con il segno più per la Vecchia Signora: in 6 gare, 3 vittorie, 2 pareggi ed una sola sconfitta. Si poteva fare di più? Forse. Resta il rimpianto per la trasferta in casa del Lille, in cui la banda di Motta meritava il bottino pieno. Va considerato un elemento: parliamo di una squadra rivoluzionata, con un tecnico nuovo. Serve pazienza, per dirla alla Elkann.
Campionato all'insegna della X. Il trend della Juve in Serie A invece sta prendendo una piega non rassicurante. Finora zero sconfitte, ma è un'imbattibilità relativa se si vince poco. Troppo poco. Dopo 15 giornate, lo score è di 6 successi e ben 9 pareggi, 4 dei quali senza segnare. La sintesi di questo andamento lento è il sesto posto, con 27 punti, 7 in meno della padrona Atalanta, -4 dal quinto posto della Lazio. Al momento i bianconeri sarebbero fuori dalla prossima Champions. Senza dubbio la strada è ancora lunga (mancano 23 turni alla fine), ma bisogna subito correre ai ripari ed invertire la tendenza, rispetto alle polveri bagnate dell'attacco. Finora quinto del torneo. Per capire la necessità di una svolta basti pensare che la Dea è prima anche nel numero di gol, 34, 10 in più della Juve. Servono dinamiche diverse per rendere produttiva la fase offensiva. Sotto questo aspetto, contro il City sono arrivati messaggi chiari per Motta: nell'azione del vantaggio cross di Yildiz, testa di Valhovic. Prima il giovane turco aveva sfiorato la rete con un tiro. Insomma, Kenan deve stare più vicino ai compagni di reparto, quindi alla porta. Primo appello sabato sera: allo Stadium arriverà il Venezia. La Juve di Motta deve vincere senza se e senza ma. In caso contrario, sotto il profilo della crescita, darebbe un senso diverso al successo contro il City. Della serie: basta montagne russe.
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