Tudor anti-Motta: cuore, grinta ed empatia per guarire la Juve

Motta ormai è declinato al passato, il presente della Juve si chiama Tudor. I suoi ex compagni in bianconero lo hanno confessato: per Igor questa panchina è il coronamento di un sogno. E non facciamo fatica a crederci, considerando che il neo tecnico della Vecchia Signora si è messo alla guida della sua auto e da Spalato ha percorso oltre mille chilometri per arrivare a Torino, sostenere le visite mediche e firmare il contratto. Legame fino al termine della stagione, guiderà la Juve anche al Mondiale per Club. In caso di qualificazione in Champions Legue, rinnovo automatico fino al 2026, con ingaggio da 2 milioni netti a stagione. La società, però, si è riservata la facoltà di rescindere unilateralmente entro il 31 luglio, pagando una penale. Insomma, il gigante croato è arrivato con lo status di traghettatore, ma si giocherà le sue carte per restare. Giustamente. Lui conosce il pianeta juventino, complice gli 8 anni da giocatore, meno significativa e tormentata la parentesi in cui è stato nello staff di Pirlo. I nomi sui suoi possibili successori non gli fanno paura, semmai lo stimolano ulteriormente. Igor è un uomo abituato a lottare. Sempre e comunque.
I primi giorni di lavoro di Tudor si sono svolto a ranghi ridotti, complici gli impegni per le Nazionali. I video postati dalla società evidenziano già il cambio di rotta radicale rispetto a Motta. “Siamo la Juve, dobbiamo ritrovare l'orgoglio”, le prime parole di scossa di Igor. Lavoro intenso e grida dell'allenatore, ma si sono rivisti i sorrisi dei calciatori, negli ultimi tempi spenti. Della serie, testa bassa e pedalare, ma basta musi lunghi. I primi segnali della nuova era si sono avuti subito con Gatti, Nico Gonzalez e Vlahovic. I tre hanno rinunciato ad un giorno di riposo, pur di allenarsi in vista della sfida contro il Genoa, in programma sabato allo Stadium. Poi colloqui singoli del nuovo tecnico con ognuno di loro. Avrebbe voluto farli anche Motta, ma a marzo, quando ormai i rapporti con buona parte della truppa erano compromessi. Basti pensare che gli unici due elementi a dedicargli un post di saluto sono stati Mbangula e Bremer. L'aspetto primario per rivedere la Juve vera nelle ultime 9 giornate è quello motivazionale. Tudor deve innanzitutto entrare nella testa dei calciatori, capire le loro esigenze e magari i problemi. Si chiama empatia, fattore fondamentale in un contesto di gruppo. Senza la connessione mentale, non c'è modulo tattico che tenga. A proposito, si profila un 3-4-2-1, da alternare eventualmente ad un 3-4-1-2. Ogni giocatore al suo posto e Vlahovic di nuovo al centro dal villaggio. Anche in questo caso Igor rappresenta l'anti-Motta. La Juve ha cambiato decisamente pagina. Ora deve invertire anche il trend dei risultati. A fine stagione si vedrà.
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