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Juve-Motta rivoluzione e ritorno del “fino alla fine”...degli altri

Juve-Motta rivoluzione e ritorno del “fino alla fine”...degli altri    TUTTOmercatoWEB.com
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giovedì 3 ottobre 2024, 19:10Articolo...Quinto
di Quintiliano Giampietro
Dopo il successo di Champions League in casa del Lipsia, la Juve di Motta ha fatto un ulteriore salto di qualità sotto ogni aspetto

Nel blitz di Lipsia si è vista la splendida doppia faccia della Juve di Motta: rivoluzionaria e allo stesso antica. Sembra un ossimoro, ma non lo è. Il primo caso riguarda i cambi post espulsione di Di Gregorio. Mister metti un difensore? Assolutamente no. Esce un terzino, Savona, McKennie scivola al suo posto, dentro un centrocampista, Douglas Luiz. Sul 2-2 pensiamo a conservare? Nemmeno per sogno. La pressione continua e viene premiata con la perla di Conceicao. Quindi niente attacco all'arma bianca stile Zeman (non avrebbe senso), anzi un modo diverso di difendere, tenendo gli avversari lontani dall'area bianconera, in attesa comunque di riprendere il pallino del gioco e innescare la ripartenza vincente. Detto, fatto. Un cambio di rotta rispetto alle idee più conservative di Allegri, comunque rispettabili. Queste dinamiche appartengono alla filosofia calcistica dell'italo-brasiliano: per la conferma leggere la tesina con cui ha preso il patentino da allenatore a Coverciano. Complimenti professor Motta.

Bentornato “fino alla fine”. C'è poi il risvolto di antica memoria e qui entriamo nel perimetro caratteriale, elemento indispensabile per chi vuole vivere nel mondo Juve e forse un po' smarrito nelle ultime stagioni. Sull'uno pari uomo in meno intorno al 60mo, in casa di una big tedesca. Proprio sulla punizione legata all'espulsione di Di Gregorio arriva il vantaggio del Lipsia: situazione che avrebbe ucciso chiunque. Invece niente paura, anzi coraggio, la parola chiave della truppa Motta. Sempre e comunque tendendo sotto controllo la situazione, a parte qualche pericolo, fisiologico considerata la condizione di oggettiva difficoltà. Testa, personalità, consapevolezza: la nuova Juve scopre di avere anche questi tratti caratteriali di antica memoria. Thiago non lo dice, ma il blitz in terra tedesca potrebbe rappresentare una vera e propria svolta, in Europa, ma anche dentro i confini nazionali. Del resto, per la prima volta in stagione la sua squadra va in svantaggio, salvo poi compiere una rimonta dal sapore di impresa. Bentornato “fino alla fine”.

Uno per tutti, tutti per uno. “Il talento al servizio della squadra” è ormai il primo comandamento del nuovo allenatore della Juve. Probabilmente il più importante. Ogni volta in cui si trova davanti a microfoni e taccuini, lui glissa quando gli chiedono di un singolo, mettendo tutti sullo stesso piano. La conferenza post gara di Lipsia è una sorta di manifesto mottiano. Ogni risposta alle domande dei giornalisti comincia con il soggetto al plurale, NOI e non IO. I meriti li divide con i suoi ragazzi, così come le colpe nel caso in cui le cose dovessero andare male (finora zero sconfitte). L'abbraccio dopo la rete di Conceicao è sintomatico. Questa squadra ormai è un gruppo compatto. Della serie “Uno per tutti, tutti per uno”. Bentornata identità bianconera.