Palleggio inutile, squadra piatta
Con il 31% di possesso palla la Juventus porta a casa tre punti con il Manchester City. Con il 31% di possesso palla il Venezia blocca sul 2-2 una Juve a cui non serve a niente continuare ad avere in campionato costantemente il 70% del possesso. Ci sono tante similitudini tra i 10 pareggi su 16 gare di Serie A maturati fin qui per la squadra di Thiago Motta, anche se nelle ultime settimane, se si fa eccezione per il big match di Champions contro la squadra di Guardiola onestamente in crisi da tempo, le cose sono indubbiamente peggiorate.
L’impressione è che, sebbene questa squadra corra tanto nonostante le assenze (almeno così dicono le statistiche) corra solitamente male e lo faccia con poche energie mentali. Le poche certezze che aveva dato l’inizio di stagione stanno svanendo partita dopo partita e solo i big match sembrano riuscire a dare quello spunto in più che può portare magari a qualche impresa. Ma questa è una storia vecchia come questo sport: le partite importanti si preparano da sole, anche se hai poche energie psico-fisiche.
Anche contro il Venezia quella che abbiamo visto è una Juventus scolastica, piatta, con un possesso palla prettamente difensivo e fine a sé stesso. La maggior parte dei passaggi avvengono nella propria metà campo e non danno alcuno spunto per lo sviluppo dell’azione. Si percepisce scoramento e straniamento da parte di chi ha la palla, perché aspetta invano un movimento di qualcuno e alla fine si finisce per tornare indietro. Inoltre, spesso i bianconeri arrivano fino al limite dell’area di rigore e anche se c’è uno spiraglio per calciare nello specchio, cercano il fraseggio per provare ad entrare in porta con il pallone.
Solo qualche giocata dei singoli come Yildiz o Conceicao riesce a ravvivare un contesto che onestamente è poco edificante. Ovvio che si tratta di un nuovo progetto tecnico e con tanti giocatori nuovi, ma se la Juve non arriverà tra le prime quattro, e al momento la strada è molto in salita, tocca ripetere per l’ennesima volta che non ci sarà un futuro per questo ciclo e si azzererà nuovamente tutto. Così dice il piano industriale, i cui nuovi investimenti stanno tra l’altro continuando a deludere. Koopmeiners è stato per l’ennesima volta un oggetto misterioso, mentre Dusan Vlahovic, che percepisce lo stipendio più alto della Serie A è riuscito perfino a battibeccare con il pubblico dopo il triplice fischio finale.
I segnali sono purtroppo poco incoraggianti, perché i giocatori non sembrano sereni, l’allenatore e il suo staff cominciano ad avvertire la pressione e la società è chiusa al solito nel suo sabaudo silenzio. Il rischio concreto è che il mercato di gennaio arrivi quando la stagione è ormai compromessa e chi può deve fare qualcosa al più presto.
Iscritta al tribunale di Torino al n.70 del 29/11/2018
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore responsabile Antonio Paolino
Aut. Lega Calcio Serie A 21/22 num. 178