Caro D(j)ario, servono certezze nel cambiamento. E' ora di vedere qualcosa di nuovo
Caro D(j)ario,
è ora di ripartire. Lo so, lo diciamo da almeno due settimane, perché dopo la sconfitta con l’Inter e il pari con l’Empoli ci si aspettava che Udinese e Verona fossero le rampe di lancio per una ripresa immediata del cammino in campionato e invece sappiamo bene come è andata a finire: un solo punto nelle ultime due partite, che diventano due nelle ultime 4 se risaliamo all’ultimo mese. Semplicemente (così citiamo anche il nuovo tormentone sanremese di Annalisa) inaccettabile per la Juventus che sta tenendo un ruolino di marcia da zona retrocessione.
La cosa incredibile è che nonostante tutto siamo ancora secondi, e paradossalmente domenica, invece che essere superati dal Milan, abbiamo addirittura guadagnato un punto sui rossoneri. Dietro però non scherza nessuno, e i punti di vantaggio sul 5 posto, da 15 che erano, sono diventati solo più 9. Preoccupante? In teoria no, se la Juve torna a fare la Juve; in pratica sì, se continuiamo a (non) giocare come nell’ultimo mese, dove al di là dei risultati sono mancate le prestazioni. Tolgo appena dal discorso la partita di Verona, perché se è vero che la Juve non ha giocato benissimo, ha però intanto recuperato due volte lo svantaggio, ha segnato due gol (e di questi tempi è una notizia, nelle 3 gare precedenti ne aveva subito uno solo), ha subito almeno un gol “clamoroso” di quelli che escono una volta nella vita a meno che non ti chiami Cristiano Ronaldo o Lionel Messi e anche il secondo è stato piuttosto rocambolesco, e si è vista murare da Montipò il tiro di Chiesa del potenziale sorpasso nel finale. Per contro, avevamo davanti una squadra che naviga nei bassifondi della classifica (come Empoli e Udinese in precedenza), ha subito 2 gol dal terzo peggior attacco del campionato, e non ha avuto la giusta lucidità nella mezzora finale per andare prendere i 3 punti.
Domenica all’Allianz arriva il Frosinone che ha perso in casa 0-3 contro la Roma ma il risultato è molto bugiardo in relazione alla prestazione dei ciociari. Bisogna fare attenzione ma tornare a necessariamente a vincere, anche perché dopo ci saranno Napoli al san Paolo e Atalanta in casa, non proprio due passeggiate. E Allegri in questi giorni sta provando a dare quella sterzata alla squadra che si aspetta da tempo ma che con i risultati che arrivavano si è sempre rimandata, almeno dal punto di vista dello schieramento tattico. Lo si è già visto nel finale con l’Hellas, e qualcosa di buono è effettivamente emerso fino all’occasione di Chiesa di cui sopra, soprattutto con l’ingresso di Alcaraz che oltre ad aver portato freschezza ha aggiunto originalità e imprevedibilità con movimenti e gioco verticale che ci mancano come il pane, e pare che proprio il neo-acquisto di gennaio possa essere la freccia nuova nella faretra del mister. Tutti si aspettano tanto da lui data la valutazione monstre che ne ha fatto il Southampton, e quel poco che abbiamo visto tra san Siro e Bentegodi fa in effetti ben sperare, al punto che in molti hanno lamentato un suo mancato impiego anche solo nel finale contro l’Udinese. Il nuovo modulo richiede anche il passaggio alla difesa a 4, e se i centrali non mancano c’è curiosità nel capire chi potrebbero essere i terzini, detto che Danilo è infortunato, Cambiaso viene provato e spesso anche usato come esterno offensivo, Kostic è in fase calante e Weah in quel ruolo sarebbe una scommessa totale. In un momento di transizione bisogna aggrapparsi a qualche certezza, anche se sembra un controsenso: non eccedere nelle sperimentazioni, perché si rischia di fare la fine di Icaro e volare troppo vicino al sole, schiantandosi in maniera fragorosa e definitiva. Serve ritrovare entusiasmo ed equilibrio, serve ritrovare la vera Juve. Ad Allegri, e ai giocatori, trovare il modo.
Dario
Iscritta al tribunale di Torino al n.70 del 29/11/2018
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore responsabile Antonio Paolino
Aut. Lega Calcio Serie A 21/22 num. 178