Caro D(j)ario, questa Juve che vince e convince quasi ci spiazza
Caro D(j)ario,
siamo a cavallo della prima tre giorni europea senza la nostra Juve da 12 anni a questa parte e ti dirò, ho smesso di rosicare già questa estate e mi sto abbastanza godendo le partite in maniera asettica, come negli ultimi due Mondiali senza l’Italia. Senza l’ansia del risultato la partita in sé è anche più godibile, e si apprezzano cose che normalmente, preso dal tifo, non noti. Detto questo, mi sarebbe piaciuto eccome essere lì a giocarmela, visto che la classifica dell’anno scorso dice che siamo arrivati terzi e che quindi il diritto a questa partite lo avevamo acquisito sul campo.
Campo che intanto ci sta facendo vedere una Juve finalmente bella e per certi versi diversa da quella che conoscevamo nelle ultime due stagioni, nonostante gli interpreti siano fondamentalmente gli stessi. I titolari scesi in campo contro la Lazio sabato pomeriggio erano tutti in rosa anche l’anno scorso, almeno all’inizio della stagione, considerando che i “nuovi arrivi” Cambiaso e Weah erano seduti in panchina e che esterno destro ha giocato (e molto bene) quel Weston McKennie che a gennaio era andato in Premier ma di questi tempi l’anno scorso era un effettivo bianconero. C’è però una grossa, grossissima differenza, anzi due: si chiamano Dusan Vlahovic e Federico Chiesa; che l’anno scorso erano sì in rosa, ma con situazioni psicofisiche completamente diverse, tra recupero dalla rottura del crociato per l’azzurro e pubalgia imperante per il serbo. Tutta un’altra musica quest’anno, e sabato è stata già la seconda volta in 4 partite, dopo Udine, in cui sono andati a segno insieme nella stessa partita, con Vlahovic che raggiunge quota 4 gol in 4 partite e Chiesa che insegue con tre, viaggiando perfettamente ai ritmi previsti da Allegri per le sue marcature stagionali, anzi anche un filino sopra. E vincere così bene contro una delle dirette concorrenti per la "zona Champions" fa ben sperare.
Prossima settimana sarà quella dell’anomalia per questa stagione, perché ci sarà il turno infrasettimanale e nel giro di 8 giorni affronteremo Sassuolo, Lecce e poi Atalanta, 2 su tre in trasfera, e cominceremo a capire di che pasta è la Juve. Intanto la classifica dice che siamo secondi da soli, con un ottimo attacco e una buona difesa. Soprattutto l’attacco fa ben sperare perché uno dei limiti della Juve della scorsa stagione è stato proprio quello di segnare troppo poco. Già, ma guarda un po’, mancavano proprio quei due signori lì che finora hanno fatto insieme 7 gol in 4 partite. L’allenamento di ieri ha portato in dote i primi infortuni di stagione, con Rabiot e McKennie usciti anzitempo ma pare solo per due contusioni; peggio è adnata ad Alex Sandro che ha rimediato un infortunio muscolare per cui sono previsti addirittura 45 giorni di stop. Un mese e mezzo in cui Gatti avrà la possibilità di consolidare la sua titolarità, già virtualmente acquisita nelle ultime due gare in cui è sempre partito dall’inizio.
Sabato col Sassuolo sarà una gara importante anche a livello psicologico, con i neroverdi che spesso hanno rappresentato degli spartiacque nelle ultime stagioni juventine e in cui scenderà in campo l’ex mancato Berardi, a un certo punto del mercato estivo parso vicinissimo a Madama ma poi rimasto nella campagna emiliana. Sul fronte Juve potrebbe esserci qualche cambio in vista, anche tenendo conto della settimana piena e degli acciacchi di qualche giocatore. Magari potrebbero tornare buoni Weah e Cambiaso, che tanto avevano impressionato nella prima uscita e che ora scalpitano per correre su quelle fasce. Tanto con un Vlahovic così, basta quasi buttarla in mezzo che ci pensa lui...
Dario
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