Caro D(j)ario, è già lecito sognare e sperare in un campionato di vertice?
Caro D(j)ario,
siamo secondi a -2 punti dall’Inter prima e +4 sul Milan terzo, quindi siamo “secondissimi”, nel senso che anche dovessimo perdere una partita e il Milan vincerla, rimarrebbe comunque dietro. Lo so, sono i cosiddetti conti della serva che fa un po’ sorridere fare, ma con quello che è successo nelle ultime stagioni si fa anche questo. Ragioniamo in positivo: c’è la possibilità concreta di arrivare allo scontro con l’Inter tra due settimane a distanza di tiro per effettuare il sorpasso e rimanere in cima alla classifica non solo qualche ora come due settimane fa ma almeno per una settimana intera. Certo, questo significa vincere contro i nerazzurri, ma prima ancora battere dopodomani il Cagliari di Ranieri che come sempre, con l’esperienza infinita di un vero uomo di calcio, sta tirando fuori dai marosi di un inizio di stagione molto sottotono. Non sarà semplice, ma se la Juve riuscirà a calarsi nella parte e nella partita come contro il Verona si può, anzi si deve fare, soprattutto se vogliamo anche solo sperare di arrivare lassù. Perché, si sa, i campionati si vincono più attraverso queste partite che con gli scontri diretti.
A Firenze abbiamo visto una Juve bruttina, che ha giocato molto poco ma che ha sfoderato di nuovo la sua “arma vincente”: far diventare brutte anche le avversarie, soprattutto quelle che di solito esprimono il calcio più bello. Solo in questa stagione è già successo con l’Atalanta, il Milan, e adesso la Fiorentina (lascio fuori la Lazio perché lì abbiamo proprio giocato bene). Pochi tiri in porta, ma solo uno in meno della Fiorentina che ha fatto un gran possesso palla ma senza quasi mai essere pericolosa, e l’azione del gol di Miretti (finalmente Fabio!) è stata davvero bellissima: veloce, tecnica, con cambi di campo da sinistra a destra e poi ancora a sinistra ad altissima velocità e precisione; il che significa che qualcosa di buono si può fare, anche se la materia prima non è di primissima scelta. Come sempre possiamo vedere pro e contro anche nel gol del numero 20: i contro, gli attaccanti hanno smesso di segnare; dopo una partenza super dove segnavano a raffica sia Chiesa che Vlahovic adesso, complici anche le situazioni fisiche non ottimali di entrambi, sono diverse giornate che non segnano più e ci si deve attaccare ai gol degli altri; i pro, proprio nel momento in cui loro non segnano hanno iniziato a segnare gli altri: Miretti, Locatelli, Cambiaso, Gatti, un gol ciascuno per migliorare la cooperativa del gol bianconera e che peraltro, a parte quello di Gatti a segno nel derby con Milik, sono anche valsi altrettante vittorie. E mancano ancora quelli di Rabiot, l’anno scorso spesso decisivo e quest’anno a segno solo a Udine. Ci lamentiamo da anni che non abbiamo alternative ai gol degli attaccanti, in questo momento sembra che abbiamo trovato altre fonti di marcature.
Evito commenti sulla questione dell’audio del VAR sul gol di Kean annullato contro il Verona. Dopo una cosa del genere, come possiamo fidarci che l’immagine scelta per il fuorigioco, soprattutto se micrometrico più che millimetrico, sia quella corretta per valutare la posizione di un giocatore? Per fortuna che quella partita l’abbiamo vinta, e per come l’abbiamo vinta abbiamo anche goduto di più, ma abbiamo rischiato, per quello che ormai sembra evidentemente un (altro) errore del VAR dopo la Salernitana dell’anno scorso, di vedere buttati via due punti di una vittoria strameritata. E alla lunga sono tutti punti che pesano.
Dopodomani ci sarà il Cagliari, con lo Stadium di nuovo esaurito, e la Società che sta pensando addirittura di riaprire la campagna abbonamenti per il girone di ritorno. Questa Juve sarà brutta e giocherà male, ma non c’è miglior medicina delle vittorie per riavvicinare i tifosi alla squadra. Insieme a una curva che ha meravigliosamente ripreso a cantare. Dario
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