Sulla vicenda Giraudo tante storture di un sistema che tanti giornalisti non denunciano
Non piace a taluni che sia stato scoperto che Zhang non è (probabilmente) il proprietario dell'Inter. Francamente, ignoro quali conseguenze la cosa potrebbe avere dal punto di vista "sportivo" (eventualmente) per l'Inter. A prescindere da certi esempi "paralleli" poco eleganti e francamente gratuiti, resta l'idea (da dimostrare) che i giornalisti siano "proni" e poco inclini a "scavare" certe situazioni. C'è chi ancora accusa per Calciopoli, ma non spende una parola per la decisione del Tar di "non decidere" sul ricorso di Giraudo. C'è chi si definisce (millanta volte) "garantista", ma non viene percorso da dubbi quando il "diritto" (che prevede che anche il più bieco e truce degli assassini sia garantito da un processo equo) viene calpestato in nome di una "norma", non già del diritto civile o penale, ma per una valutazione del diritto sportivo, che rende inappellabile qualsiasi ricorso. E non già perché i tribunali (sportivi e non) si esprimano nel merito, ma perché i tribunali (sportivi e non) vilmente si rimpallano le competenze, decidendo appunto di "non decidere", come fece un ex presidente federale, ferratissimo in filosofia (indimenticabile un suo discorso di due ore su Platone e Aristotele ma assai carente dal punto di vista calcistico). Tutti i tribunali risultano "non competenti". Ho la massima disistima per la giustizia italiana. Ne combina, e da decenni, di ogni colore: impunita. Qui siamo a Kafka. Il Tar del Lazio ha detto a Giraudo di non essere competente e di rivolgersi per il suo ricorso al Tribunale del Lavoro, al quale Giraudo si era già rivolto e che gli aveva spiegato di non essere "competente". E quindi di rivolgersi ad altro foro. Questa è la vergogna. La giustizia italiana che si comporta come nel romanzo di Keller "Comma 22". Recita il comma dell'aviazione statunitense in quel romanzo: "Chi vola è pazzo. Chi è pazzo può essere esentato dalle missioni di volo. Chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo, non è pazzo: Comma 22". Questa è la vergogna. Peggiore della giustizia sportiva che si esprime (quando vuole, perché quando non vuole si gira dall'altra parte) come il Tribunale dell'Inquisizione.
Condanna le streghe al rogo. Ma perdona i porporati pedofili. Questa è la vergogna. A questo sono "proni" troppi giornalisti. Qui (e non dovrebbe essere una faccenda relativa al tifo per un club piuttosto che per un altro, quanto piuttosto al diritto) sulla vicenda Giraudo pochi media si sono espressi per denunciare le storture di un sistema che fa acqua da tutte le parti. Un sistema che si gira dall'altra parte quando l'ex vicepresidente della Lega (nel 2006) rivela ridendo di aver "bruciato" in un bidone prima dell'ispezione della guardia di finanza i faldoni di 8 società di Serie A. La vergogna è il silenzio del ministro dello Sport nel merito. La vergogna è il silenzio del governo, nel merito. La vergogna è il silenzio della Federazione nel merito. Viene chiesto di accettare questo o quel verdetto. Ma nulla si fa per essere trasparenti. E oggi di trasparenza ci sarebbe bisogno più che mai. Visto che è stato rivelato come la Juventus, il suo ex presidente Andrea Agnelli, il suo allenatore Max Allegri, alcuni suoi giocatori (a cominciare dall'ex Ronaldo) fossero stabilmente spiati. Dice: lo erano anche Totti e Gravina. È vero. Resta un fatto da appurare: per conto di chi? Per quale motivo Striano and company si facevano i cazzi altrui? Anche in assenza di atti giudiziari. Così, a "strascico". Visto che la vicenda è già uscita dalle prime pagine dei giornali (e visto che Cantone, detto "il temporeggiatore", chissà mai se costringerà gli inquisiti a sputare la verità), i giornalisti, oggi, sarebbero, anche stavolta "servi"? E di chi, di grazia? Saperlo.
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