Nelle prossime sfide vedremo di che pasta è fatta la Juve di Motta. Intanto in Italia mettono lo sporco sotto il tappeto..

Nelle prossime sfide vedremo di che pasta è fatta la Juve di Motta. Intanto in Italia mettono lo sporco sotto il tappeto..TUTTOmercatoWEB.com
lunedì 9 settembre 2024, 18:20Il tackle di Andrea Bosco
di Andrea Bosco

In un raffinato articolo, Roberto De Frede ha invitato la Juventus ad "avere ambizione". Non spocchia, solo ambizione. Come – ha scritto De Frede – "il celebre gabbiano", delizioso romanzo di qualche anno fa, volava alto. De Frede analizza l'etimologia del termine e non pensa a una cosa negativa, come sovente accade quando si parla di ambizione. Non starò a citare i tanti che dell'ambizione hanno parlato male, da De Gaulle a La Bruyère, a Machiavelli. Io condivido il pensiero di De Frede: la Juventus ha il dovere di essere ambiziosa. È nel suo DNA esserlo, ma senza strafare. Ha, mi pare, il giusto allenatore e i giusti giocatori. Non ha un uomo squadra, uno Scirea, ma ha tutti quelli che possono servire a realizzare una grande stagione.

Mi spiego: avere un Sivori, un Platini, un Del Piero è tanta roba. Ma se io fossi un allenatore, vorrei nella mia squadra un Tevez e un Mandzukic. E nessun avversario mi farebbe paura. Ci sono i giocolieri, quelli che ti fanno vincere gare impossibili. Come Omar Sivori, che in una Juventus rabberciata, con Charles al centro della difesa, andò a vincere al Bernabeu con il Real di Di Stefano. Quel mago, a un certo punto, con uno stop di tacco "nascose" il pallone a tutti: avversari, compagni, pubblico. Fece gol e vinse una gara impossibile. Fece addirittura un tunnel a Di Stefano. Ma il turno (alla terza partita al Parco dei Principi) lo passò il Real Madrid. Sono i Buffon, i Ravanelli, i Conte, i Vialli e gli Jugovic che ti fanno vincere la Coppa. Campioni, ma non stellari. Se non mi sono fatto capire, colpa mia. Meglio di così non riesco.

La Juventus, che riprenderà il suo cammino contro l'Empoli, è riuscita a piazzare (chez Mourinho) anche Kostic. Chissà se riuscirà a spedire da qualche parte anche Arthur. Ma anche un mago come Giuntoli ha i suoi limiti con uno come Arthur. Pare che Nico Gonzales abbia superato l'incidente occorsogli in Nazionale. Non così Conceicao: stop dai 20 ai 30 giorni. Ma dovrebbero essere abili e arruolati Weah e Thuram. Curiosità per vedere in campo Adzic: ne parlano tutti un gran bene.

Mentre la Nazionale di Spalletti pialla la Francia (a sorpresa), mi viene una considerazione da fare: peccato che a suo tempo la Juventus non abbia creduto in Tonali. Io (modestamente) lo avevo ripetutamente suggerito prima che il Milan lo mettesse sotto contratto. Ma io avevo suggerito anche Gravenberch, prima che andasse al Bayern (ora è al Liverpool). Non dico che avevo suggerito anche Haaland: era troppo facile capire che sarebbe diventato una star. Infatti, Paratici preferì prendere (per 45 milioni, Haaland ne costava 35) uno svedese di belle speranze dall'Atalanta che poi non ha confermato le aspettative. Buon giocatore, ma niente di eccezionale.

Perché rimpiango Tonali? Perché è italiano, è bravo, anzi, è forte. E se la Juve ha un difetto, è quello di avere pochi italiani in squadra a fare la differenza. Mi sanguina il cuore quando la Nazionale schiera il solo Cambiaso. Ma del resto, pochi altri juventini ci sarebbero da schierare. Spero che la tendenza si inverta: nulla ho contro i giocatori provenienti da federazioni estere, ma la Juventus ha sempre avuto uno zoccolo duro italiano. Spero che le cose tornino a essere italiche. Ad esempio, prima che il prezzo schizzi alle stelle, quel Ricci del Torino è proprio un ottimo profilo. Altro che Arthur, per intenderci.

Vediamo con l'Empoli. E vediamo alla prima di Champions. Poi ci sarà il Napoli. Ma prima di Conte Antonio, due gare di avvicinamento diranno molto delle condizioni della Juventus. Tocca a Thiago Motta far vedere di che pasta sia fatto. Due cose. La prima: alla Juventus credono fortemente in Savona. E fanno bene. Ci credo anche io. Non sono Paratici, ma di solito ci "vedo" bene. La seconda: da Perugia è emerso che contro Gravina c'è stato un vero complotto. Sono felice (non è una battuta) che Gravina abbia potuto dimostrare la sua estraneità ai gravi fatti che gli venivano addebitati.

Ora però non basta. Meglio: basta e avanza per l'onorabilità di Gravina, che resta un gattopardo, ma non è un delinquente. Ma ora si vada a fondo su Laudati e Striano: per conto di chi spiavano? C'è un mondo opaco che continua ad aleggiare sull'Italia. E sarebbe il caso di diradare finalmente la nebbia. Costi quel che costi. In un Paese che ancora dibatte su stragi nere e rosse e dove neppure gli assassini (politici) più efferati alla fine scontano fino in fondo la pena per i gravissimi reati commessi, un sussulto di legalità (finalmente) sarebbe opportuno. Vero, dottor Chinè? Vero, dottor Viola?

Non vado oltre. A cosa mi riferisco è noto. Mi repelle un Paese nel quale non si vuole "sapere" e si sbatte sotto al tappeto la sporcizia. Senza vergogna, senza pudore, senza riuscire a fare un'indagine decente. A meno che non si tratti di una certa società. Già, perché? A questo Gravina dovrebbe rispondere. Glielo chiedo come farebbe il portoghese linguacciuto: porqué?