Le clamorose omissioni di Chinè e Ferrero lo saluta "offendendo" gli juventini
La Juventus torna a vincere dopo sei partite. Spero che nessuno pretenda grandi applausi. La Juventus si classifica al terzo posto in campionato: ciap, ciap. La Juventus mette in mostra Fagioli: bene, forse la Juventus ha finalmente trovato un regista e pazienza che Allegri, che ce l'aveva (per i mesi che l'ha avuto), lo facesse giocare ovunque tranne che in regia, preferendogli in quel ruolo Locatelli. Che, continuando a dire “signorsì”, si è giocato la Nazionale.
La Juventus batte il Monza (dove Izzo si conferma: Izzo è il gentiluomo che provocò Di Maria un anno fa fino a farlo espellere per reazione e che ha cercato di fare la medesima cosa con Yildiz) facendo segnare anche Alex Sandro (al commiato) e virtualmente accogliendo (in attesa di Thiago Motta) il portiere Di Gregorio, premiato come il miglior guardiano della Serie A. Francamente: chi se ne frega. E mi spiace dirlo perché avrei voluto celebrare solo il lavoro (sia pure di poche ore) di Montero.
Ma visto che la mia categoria (straccerò il tesserino professionale) si è rivelata complice e omissiva, tocca a chi, come il sottoscritto “non ci sta”, spiegare come stiano le cose. E le cose “stanno” che il procuratore federale Chinè, in Senato, non contento di aver massacrato la Juventus (con “pena afflittiva”, perché la Juventus doveva arrivare “dopo” la Roma in classifica) a campionato (quello scorso) in corso, davanti alla platea dei senatori si è sentito in diritto di stravincere. Di prendere per il culo (pane al pane e vino al vino) ogni juventino della penisola. Spiegando che lui è “corretto”, che “applica la legge”, che il procuratore federale lo fa per “hobby” e che non prende un euro per farlo, che “interviene solo quando le procure hanno terminato le proprie indagini e gli trasmettono gli atti”. Per questo, che ci può fare lui se le altre procure non indagano, non intercettano, non chiudono le indagini? La sua procura non ha le risorse per indagare. E ha spiegato Chinè che quella di Torino è stata “brava o fortunata” nel condurre quelle indagini che hanno permesso di distruggere la Juventus. Ovviamente, se uno ha il metro di Chinè nel valutare “bravura e fortuna”. Si è dimenticato però Chinè di dire che quelle indagini, quelle intercettazioni, la Procura di Torino non avrebbe potuto farle per “incompetenza territoriale”. Si è dimenticato di dire che un componente di quella Procura, tifoso smascherato del Napoli, dopo aver lasciato l'incarico è stato trasferito ad altra Procura. Si è dimenticato di dire che, visto che Torino non avrebbe potuto indagare, il fascicolo è stato trasferito per ordine del TAR alla Procura di Roma. E ancora lo stanno esaminando. La giustizia ordinaria ha tre gradi di giudizio. Quella sportiva fa quello che le pare con la sua bieca autonomia. Bieca: perché quando vuole fa in fretta, tanto in fretta. E quando non vuole, rallenta, insabbia, prescrive e infine archivia. Quando (è successo) deliberatamente non “mente” fabbricando false intercettazioni.
Nessuno ha fatto a Chinè domande. E il presidente della Juventus, Ferrero, presente in aula, addirittura “salutato” da Chinè (è educato il signor procuratore) forse ha deglutito. Ma come un Guida qualsiasi “non se l'è sentita” di replicare. E questa neppure è una “presa per il culo”. È una vergogna. Un insulto ai tifosi della Juventus. Un peto in faccia ai piccoli azionisti del club. C'è chi indossa i panni di Don Rodrigo e chi quelli di Don Abbondio.
Ne ha anche l'Inter di “piccoli sostenitori”. Il presidente del Senato Ignazio La Russa (che vorrebbe fare il ministro dello sport per “distruggere la Juventus”) possiede 10.000 quote della società del suo cuore. Il presidente del Cagliari ne possiede poco più di 5000. Non si potrebbe, anzi la norma ne fa espresso divieto, ma loro sono l'Inter: lo fanno. Loro hanno Beppe Marotta, il ragno geniale che ha intessuto mille tele, fino a coinvolgere il Procuratore Capo di Milano, interista con tanto di foto dei calciatori nel suo ufficio, e con il quale Marotta va a pranzo. Lo avesse fatto Scannavino con Gianoglio, sai il casino? Ipotesi surreale: Gianoglio nel suo ufficio non ha le foto dei calciatori della Juventus. Vi risulta che la mia categoria si sia indignata? Vi risulta si sia indignato Gravina?
Però Gravina va compreso: ha più cazzi che capelli in testa. Prima l'indagine di Perugia, per quei libri antichi, fermati con caparra e poi mai comprati (a proposito: Perugia è “sempre” una indagine in corso, oppure il finanziare Striano, mister 50.000 accessi, ha il diritto di spiare impunito?). In ogni caso, ora Gravina se la sta vedendo con Abodi, ministro dello sport, che su indicazione del governo ha realizzato una authority che dovrebbe (condizionale) vigilare sui conti dei club, come l'appisolata Covisoc (che Gravina nominava) non ha fatto. Sarà una authority indipendente? Dipende. Figc, club, Coni hanno urlato al “furto” dell'autonomia dello sport. L'astuto “sughero” Petrucci (Federbasket), dopo aver anche lui ululato, ha fatto il salto della quaglia e si è associato ad Abodi. I suggerimenti del Coni non sono stati recepiti. Gravina è nelle canne, visto che la cosa non piace a Fifa e Uefa. E come noto, a Ceferin (Uefa) Gravina per riconoscenza deve cambiare ogni sera il “pannolone”.
Perché Gravina è nelle canne? Soprattutto perché la nuova norma considera la data del 30 aprile come l'ultima per le risultanze ai fini dell'iscrizione ai campionati. Ma Gravina è nelle canne per un altro motivo. La normativa definisce anche le modalità dei presidenti federali oltre il terzo mandato: dovranno ottenere i due terzi dei voti, ma in caso di mancata elezione resteranno in carica fino a nuove votazioni alle quali non potranno candidarsi. Escluso il consueto commissariamento da parte del Coni. Il 7 giugno l'assemblea della Figc si esprimerà: a due giorni dalle Elezioni Europee. Composizione della nuova authority: sei elementi di nomina governativa (fra ministero dello Sport e del Mef). Due componenti saranno il presidente dell'Inps e dell'Agenzia delle Entrate. Due saranno indicati dalle federazioni. Tutto bene? Sì, a patto che per i sei governativi non ci metta becco qualche politico “impasticcato” dal tifo. O che le nomine vadano a qualche “figlio o nipote di...”.
Rammenti qualcuno che ci sono cittadini – tifosi che ne hanno piene le scatole di essere presi per il culo (repetita juvant) dall'agire di certe procure e dall'astio di certi parlamentari. Che ne hanno piene le palle di una giustizia sportiva a due velocità; una per la Juventus e una per tutte le altre.
Ps: Jdentità bianconera ha chiesto le carte (alla Procura e alla Covisoc) sulla, a dir poco, “inconsueta” vicenda del passaggio di proprietà Inter da Zhang (evaporato come il cinese del Milan) a un fondo Usa. Probabile gli risponderanno: quali carte? Perché ci sono carte che possono finire in un bidone. E dopo essere state cosparse di benzina, date alle fiamme prima dell'arrivo della Guardia di Finanza. È già accaduto.
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