Juventus come una zattera in mezzo al mare. Allegri è un problema, non l'unico
Il calcio di Max Allegri era "vecchio" anche nelle ultime due stagioni alla Juventus, quelle antecedenti al suo ritorno. Oggi risulta preistorico. È impossibile che un allenatore non riesca a trasmettere ad una squadra, per quanto poco dotata, una sia pur minima idea di calcio. A meno che la squadra che alleni non "subisca" quella tua idea. Gli ultimi venti minuti della Juventus vista a Roma contro la Lazio sono stati una pena. Una squadra pusillanime, terrorizzata dagli avversari, incapace di opporre la minima resistenza. Le è andata anche bene: c'era un solare rigore ai suoi danni, non visto dal Var, che l'avrebbe sprofondata all'Inferno ben prima del 93esimo. Solo un inguaribile ottimista può pensare che la Juventus possa conquistare un posto in Champions. La Juventus è in caduta libera e non merita l'Europa. La Juventus ha distrutto se stessa. È arrivato Alien. E ha cannibalizzato tutto: società, dirigenti, allenatore, giocatori. Chi è Alien? La "presunzione" della Juventus è "alien". Quando vivi nell'attico perdi il contatto con la realtà. E le persone che camminano per strada, dall'alto sembrano formiche. Non lo sono. La nave "Juventus" ha fatto la fine del vascello "Nostromo" del film di Ridley Scott. E senza avere a bordo un tenente Ellen Ripley in grado di opporsi al "mostro". Io non vedo "salvatori" alla Juventus. Ma so come sono andate le cose. Incontri una donna, vivi con lei una bellissima storia d'amore. Ti ostini a starci assieme anche quando la stanchezza del rapporto prende il sopravvento. La lasci. Poi la ritrovi dopo qualche anno. E ci riprovi: Ma non è più la stessa cosa.
Questo è accaduto tra la Juventus e Allegri. Il vaso è rotto e nessuno può aggiustare i cocci. Allegri che "ride" dopo l'ennesima batosta è l'emblema di un uomo che ha perso il senso delle proporzioni. Ma sarebbe sciocco pensare che tutto si riduca ad Allegri. Certo, oggi, anche il magazziniere della Juventus, messo in panchina, per un mero fatto statistico, potrebbe far meglio di lui. È arrivato Giuntoli: ma Giuntoli non è Ripley. Manca alla Juventus l'uomo che possa scendere negli spogliatoi e con autorevolezza si faccia ascoltare. La "linea grigia" che governa la Juventus non ha la più pallida idea di cosa sia uno spogliatoio. Né le dinamiche che lo governano. Nessuno di loro è sceso nello spogliatoio dell'Olimpico. Nessuno di loro parla alla squadra. Nessuno di loro si rende conto che ormai Allegri non è più ascoltato. La Juventus è una zattera della "Medusa", in balia dei flutti. La squadra è da rifare, l'allenatore da sostituire. Subito? Beh: tenerlo è un rischio. Non è detto, però, che cambiando in corsa la deriva possa arrestarsi. Dargli ancora fiducia può essere una strategia. Ma può rivelarsi anche un mortale pericolo. Il tempo di Allegri alla Juventus è comunque finito. Quello di Elkann, probabilmente ancora no. Ma sarebbe il caso che l'azionista di maggioranza si guardasse attorno, per liberarsi di una "creatura" che non ha mai sentito come sua. Pare lo stia facendo: pare. Allegri è "uno" dei problemi. Uno: non l'unico.
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