Feliciani assolto in TV andrebbe fermato. La tecnologia calpesta il calcio. La Juve ritrova identità
Prima in classifica, solitariamente, per una notte. Ma la luce del giorno ha riportato al primo posto l'Inter che ha avuto ragione della Rometta di Mourinho: meritatamente più di quanto non dica lo striminzito punteggio. Ma il Milan che ha pareggiato a Napoli, resta dietro in classifica. Quindi Juve al secondo posto. Bella prova, Max Allegri. La Juventus vince al 97esimo con un tap-in di Cambiaso una gara complicata e in parte "stregata" contro il Verona: un solo gol in un match dove ha spedito verso la porta avversaria una ventina di tiri. Imprecisione, ma non solo. L'arbitro Feliciani, ne combina di cotte e di crude: complice il Var annulla due reti a Kean. Non vede un solare rigore ai danni di Chiesa, non ammonisce per simulazione uno scorretto Faraoni (che stramazza a metà campo dopo lieve contatto con Kean, si rialza, salvo precipitare in uno stato catatonico alla vista della seconda rete dell'attaccante bianconero, peraltro annullata), non ammonisce Gatti (che lo avrebbe meritato), non ne azzecca una sui calci d'angolo. La vittoria della Juventus non deve far passare in secondo piano l'infelice serata dell'arbitro Feliciani. E fa niente se l'ex arbitro Marelli, commentatore ufficiale di Dazn lo abbia assolto, ignorando nella sua disamina il contatto su Chiesa (segnalato da tutti i quotidiani sportivi, ignorato da tutti gli altri, televisioni comprese). La prestazione di Feliciani dovrebbe portare il designatore Rocchi a toglierlo dalle "griglie" per parecchio tempo. Detto questo, Juve solida (altra gara con la porta inviolata, altra gara con un solo tiro avversario subito) a testimonianza che la Juventus - pur non brillante nel gioco - ha ormai una identità che passa attraverso l'umiltà dei singoli. Tutti corrono a difendere e a smarcarsi quando l'azione si ribalta. Allegri sta facendo - a mio parere - il massimo possibile con la rosa che ha a disposizione. Non ha un Bellingham, non ha un Mbappè o un Haaland. Non ha un Gundogan. Oggi ha Moises Kean, l'uomo più in forma, miglioratissimo sul quale può fare affidamento. Ha una difesa poco elegante ma solida. E ha questo Yildiz che sembra un predestinato. Intanto Soulè a Frosinone ne ha messi altri due (e sono cinque in campionato). A fine stagione la Juventus si ritroverà con un giocatore "pronto" da inserire in formazione. Veniamo alla tecnologia. Le macchine stanno ormai calpestando lo spirito del gioco in numerosi sport. Il calcio è il più esposto. Il "fuorigioco semiautomatico" una vergogna immaginata da qualche maniaco del "controllo". Ma anche altrove non si fanno mancare il "pane". Nella finale di rugby del campionato del mondo, la Nuova Zelanda sconfitta per un punto dal Sudafrica (onore ai verde-oro protagonisti di una grande gara difensiva) è rimasta per 55 minuti con un uomo in meno per una testata apparsa fortuita del suo capitano ad un avversario e rilevata dalla macchina.
Nella Formula Uno si sprecano le sanzioni contro i piloti per una "uscita" magari di un metro ritenuta irregolare. Ci sono sport come il basket o il tennis dove la tecnologia non va ad inficiare lo spirito del gioco. Ce ne sono altri nei quali la tecnologia finisce col violentare la bellezza di un gesto tecnico. La tecnologia, nel calcio, era nata per confermare o meno la validità di un gol, dentro o fuori dalla porta. Non per intervenire in modo petulante in ogni istante della gara. Una riforma del regolamento si imporrebbe. Ma forse basterebbe applicarlo in modo meno ossessivo. In Italia (a differenza del resto d'Europa) il momento clou della partita non è più la rete. Lo sono la corsetta al Var dell'arbitro e le "spiate" da Stasi dei suoi sodali. La Juventus però è esposta. Finanziariamente l'azionista di maggioranza sta mettendo le ennesime "pezze". Ma la Juventus è anche la società che ha patteggiato, evitando di ricorrere al Tar. Che ha accettato di subire una penalizzazione di dieci punti che l'ha esclusa dalla Champion's nonostante fosse arrivata terza in classifica. Che ha abiurato alla Superlega. Che ha deciso di non ricorrere al Consiglio di Stato per Calciopoli. Che ha consegnato all'Inter uno scudetto mai vinto dai milanesi. Che ha "scontato" alla Federazione i 450 milioni di risarcimento che richiesto. Che non si è mai sognata di andare al Tribunale dei diritti umani di Strasburgo. Che ha fatto sparire la relazione dell'avvocato Jean Marie Dupont che nella stagione di Calciopoli l'aveva consigliata ad andarci. Se sei debole, inevitabilmente ti esponi anche ai Feliciani dalle "infelici" direzioni arbitrali. Devono saperlo i tifosi: niente accade per "caso" nel calcio italiano. Magari non c'è una logica. Ma una strategia c'è. Devono sapere i tifosi che finora nulla hanno visto. Una Juventus che navigava con poche vele e a una ridotta velocità non impensieriva. Ma una Juventus che continua a vincere e che sta lì, dove tira l'aria buona della classifica, fa venire il mal di pancia alle concorrenti e al Palazzo. Aspettatevi presto articoli di ogni tipo. È già accaduto.
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