È venuto il momento che Allegri faccia un passo indietro per il bene di tutti
Caro Max Allegri: basta. "Li avrei dovuti cambiare tutti: anche me stesso". Ha detto dopo l'oscena gara di Cagliari. E allora, per la miseria, lo faccia: si tolga dai piedi. Faccia un atto onorevole. Riconosca di aver fallito. Perché se dopo tre stagioni il risultato è la cosa verminosa che la Juventus ha espresso in Sardegna, ci saranno certamente le colpe dei giocatori, la determinazione dell'avversario, l'assenza dei dirigenti, l'ignavia dei medesimi incapaci di una qualche pur minima, educata protesta, gli arbitri che non ti danno un rigore neppure se un giocatore in bianconero viene travolto in area da un Tir, i tifosi, delusi, sfiancati che ormai ingoiano tutto senza reagire, ma la colpa principale, caro Allegri, è la sua: lei decide di "non far giocare" la Juventus. Lei è riuscito nella titanica impresa di farsi detestare dai tifosi, pur avendo vinto 5 scudetti di fila. Ci vuole "talento" per farsi odiare sportivamente dalla propria gente. Eviti di dire che la colpa è dei risultati "che non arrivano". La colpa è sua. Di come gestisce la squadra, di come la fa giocare, di come "pensa" calcio, di come (malissimo) "comunica". Se non ne posso più io di lei, io che l'ho difesa oltre il difendibile, consapevole della brutalità e della solitudine patite la scorsa stagione, pensi quanto possano essere esasperati quelli che non l'hanno mai digerita. Lei ha un problema immane: non ha mai scaldato il cuore dei tifosi. Caro Allegri: i tifosi sono i "clienti" della Juventus. Contribuiscono a pagare anche il suo "(profumatissimo) stipendio". E se a lei si deve il rispetto che è dovuto ad un professionista, lei deve avere rispetto per chi va allo stadio e paga il biglietto. Lei nei due anni nei quali è stato fermo, non si è aggiornato. Lei fa giocare la sua squadra in modo preistorico. Un modo deprimente, non produttivo, semplicemente scadente. Ci sono allenatori che, avendo fatto più dei miserabili 12 punti che lei ha incamerato nelle ultime 12 partite, sono stati licenziati in tronco. Lei aveva illuso. Ma la verità è che molte gare, anche nella prima parte della stagione, le aveva vinte per opera dello Spirito Santo: miracolosamente e misteriosamente. Rassegni le dimissioni: se ne vada con onore. Sia uomo come lo è stato Sarri. Tanto persino il magazziniere sulla panchina della Juventus, peggio di così, non potrebbe fare. Lei non ha alcuna missione da completare, perché negli ultimi tre anni le ha fallite tutte. Lei non aveva alcuna coppa europea da disputare. Eppure sta al terzo posto, con la possibilità di venire superato in classifica. Se ne vada perché la terra degli juventini si sta sgretolando sotto ai piedi. La vedono come una jattura. La sua presenza appare tossica, le sue scelte appaiono tossiche, la sua testardaggine appare tossica. Vada: si goda il conto in banca e la vita e lasci stare la Juventus. Il suo ciclo è finito. La sua strategia è da Prima Guerra mondiale: con le trincee. Lei è un allenatore obsoleto. Niente di nuovo, di originale, di innovativo ha portato alla Juventus. Solo le chiacchiere di quanti la sostengono: calcio "difensivo", calcio "pragmatico", calcio "speculativo". Lei non ha "valorizzato" i giovani. È stato costretto a metterli in campo per mancanza di alternative. Lei è bravo con i fuoriclasse. Ma con i Pirlo, i Ronaldo, i Tevez, i Pogba, i Buffon, i Barzagli, i Chiellini, i Bonucci, i Vidal sarei stato bravo anche io, creda. Anche io che non ho mai allenato, con quelli avrei vinto. Lei sta a venti punti dall'Inter: per lei, "nulla". Per i tifosi una sofferenza. Si può perdere - è la vita – ma non così.
Già, l'Inter. Estinguo il debito con "Oka come si chiama" e ne accendo uno più grande (400 milioni) con Pimco. Scatole cinesi? Dalle mie parti si chiama "gioco delle tre carte". Cosa dirà ora Arrigo Sacchi? Una mazza, dirà: cuor di leone anche lui, si è rimangiato quello che sta inciso nel registratore di un collega: "L'Inter bara?" Risposta: "Sì, bara". Ma non ditelo ad Arrigo: è stato "frainteso".
L'Inter vincerà la sua seconda stella lunedì, gara spostata secondo i desiderata della Federazione, della Lega e del sindaco (interista) di Milano, Sala. "Ci ho il Salone del Mobile ancora in essere". Ragioni di "ordine pubblico". Direbbe il cantastorie: "Minchia, signor prefetto". Lo dico senza ironia: complimenti all'Inter che ha espresso un calcio spettacolare. I suoi giovani sono cresciuti. I suoi anziani non si sono rivelati buoni per l'ospizio (come alcuni della Juve) ma ottime garanzie. Penso allo scacchista armeno del quale in pochi parlano, vero equilibratore del centrocampo di Inzaghi assieme al turco "reinventato" regista.
Applausi all'Inter: incondizionatamente. Ma eviterei le celebrazioni. La contabilità è fasulla. Sono 19 non 20, gli scudetti. Uno è di cartone. Un tarocco con destrezza perpetrato da Guido Rossi.
Sapete una cosa? Mi sarei stufato di lottare come il Don di Cervantes contro i mulini a vento. Siete disponibili ad ingoiare tutto? Non avete i colleones per una protesta? E allora beccatevi la squadretta che ormai viene umiliata in ogni stadio. Beccatevi questo strazio, e soprattutto non lagnatevi: non ne avete il diritto.
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