Allegri ha ragione, il Var è soggettivo quel vizio della giustizia italiana di voler sempre interpretare

Allegri ha ragione, il Var è soggettivo quel vizio della giustizia italiana di voler sempre interpretare TUTTOmercatoWEB.com
lunedì 18 dicembre 2023, 09:49Il tackle di Andrea Bosco
di Andrea Bosco

Daniele Massa, arbitro della sezione di Imperia, è un "ladro" di sogni (calcistici). Daniele Massa della sezione di Imperia è un arbitro internazionale. Ma da anni Massa risulta deficitario. Non si contano i suoi "sfondoni" sempre perdonati da Rocchi. Non mi dilungo: basta sfogliare le raccolte dei giornali. Detto senza peli sulla lingua: a Napoli (in Napoli-Inter diretto da Massa) il calcio è stato assassinato. Senza che l'esimio Rocchi, capo degli arbitri, abbia preso nei confronti di Massa, alcun provvedimento. Massa come minimo non sta attraversando un periodo di forma.. Ma non è stato fermato. E a Genova si è ripetuto. Non vedendo un chiaro fallo di mano di Bani e soprattutto non espellendo con rosso diretto un giocatore del Genoa per un intervento da codice penale.

Gli arbitri italiani: si sentono sminuiti dal Var e quindi hanno difficoltà ad andarci. E il Var non li aiuta: a Lissone, spesso, ci sono arbitri di relativa esperienza. Che "non se la sentono" (solita solfa) di "richiamare" il collega più blasonato. Su quanto accaduto a Genova ha sentenziato sul "Corriere della Sera" Paolo Casarin e non credo ci sia altro da aggiungere. Ma questo non convincerà Rocchi a fermare Massa. Fermandolo dovrebbe ammettere che le sue direzioni sono state un grave vulnus. Max Allegri ha spiegato che il Var è "soggettivo". E ha ragione. Ma "soggettivo" è una parola educata che nasconde l'essenza del comportamento arbitrale: il mantra del senatore Razzi.

Gli errori di Massa e del Var a Genova, non devono tuttavia nascondere la realtà di una Juventus balbettante nel gioco, stitica in fase di realizzazione, incapace di interpretare la gara con la "garra" che una squadra che gioca una sola volta alla settimana, dovrebbe avere. Recita il proverbio: "tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino". E la Juventus aveva, prima del match contro il Genoa ripetutamente rischiato. E ripetutamente, in extremis, rimediato. Ma non sempre può andare bene. Giancarlo Padovan ha spiegato di aver visto una Juventus che nel gioco "faceva tenerezza". Colpa di Allegri? Anche, forse: tenersi in panchina per 87 minuti uno come Yildiz non è sembrata una idea felicissima. Peggio di Vlahovic non avrebbe potuto fare. Ma non me la sento di fustigare gli attaccanti: il problema endemico della Juventus nasce a centrocampo, dove tutti trattano rozzamente il pallone, dove nessuno ha geometrie di gioco. E dove nessuno si azzarda a tirare da lontano, variante basilare nel marsupio di un centrocampista.

Niente sorpasso e contro-sorpasso questa settimana: Inzaghi anzi ha allungato. L'Inter agevolata da una cazzata da "Mai dire gol" di Marusic sblocca il risultato con il solito Lautaro contro la Lazio. Poi Thuram mette al sicuro il risultato. L'Inter è la più forte. Ripropongo a Gravina: le venga assegnato lo scudetto a fine mese. A mio modesto parere, lo merita. Anche se il suo percorso ha più di un'ombra. Ma non è la Juventus la squadra in grado di impensierirla: non lo è e non lo sarà, Figuriamoci le altre. Quindi Gravina si tolga un pensiero. Visto che non è bello, non è decente, non è una buona cosa per il calcio italiano che ogni settimana le polemiche e i sospetti si inspessiscano. Gravina può far finta di nulla. Rocchi può far finta di nulla. Ma le "massate" restano.

Avrà già le sue rogne Gravina a spiegare per quale motivo i petrodollari arabi siano in grado di fare il bello e cattivo tempo: la data della Supercoppa è stata ancora una volta cambiata per volere di chi ospita la manifestazione. Il campionato quanto a date è diventato una farsa, fitta rattoppi. Come dicono a Venezia "el tacòn xe pezo del buso". Dare un'occhiata ai calendari: lo sapete che nel giro di qualche giorno Juventus e Salernitana si affronteranno due volte, una in campionato e una in Coppa Italia? E poi si stupiscono se il calcio italiano non è "attrattivo". Sia dato lo scudetto all'Inter e la si chiuda qui.

Un anno fa ci lasciava Mario Sconcerti. Un amico che manca a molti. Uno che con le sue analisi mai banali ha segnato questo sport. Manca agli amici (e credo anche a qualche inimico) e manca ai lettori. Non so cosa avrebbe scritto dell'incapacità arbitrale di trovare una "uniformità". Ma credo si sarebbe affidato come sempre al buon senso. Il protocollo (leggasi il regolamento) non va "interpretato", non può essere soggettivo: va applicato. Vizio antico quella della giustizia italiana di "interpretare". Per fortuna che nel calcio, al massimo vanno a donne di facili costumi, classifica, investimenti, fegato dei tifosi. Fuori dal calcio può capitare che feroci assassini per una "interpretazione" del codice penale possano andare ai domiciliari. Se non addirittura liberi. Per la serie: "Interpretate, interpretate: qualche cosa resterà".