Allegri chef stellato di un calcio datato e con giocatori sopravvalutati...

Allegri chef stellato di un calcio datato e con giocatori sopravvalutati...TUTTOmercatoWEB.com
lunedì 19 febbraio 2024, 16:41Il tackle di Andrea Bosco
di Andrea Bosco

Ci sono uomini che non riescono ad uscire dal proprio personaggio. Max Allegri è così: sempre eguale. Ha un pedigree di assoluto rispetto. Ha vinto scudetti con il Milan e poi cinque di fila con la Juventus, ma non è mai stato amato. Max Allegri non sarà mai un personaggio pirandelliano. I suoi problemi intrecciano elementi contingenti ed epocali. È tornato alla Juventus dopo le stagioni di Sarri e di Pirlo, convinto fosse ancora quella che lui aveva lasciato da vincente. Non era così: al netto dei guai che sulla Juventus si sono abbattuti, la società aveva incominciato (in nuce) un travaglio che non si sa quando terminerà. I problemi contingenti sono noti: decapitazione del vertice societario, accusato di infamie fiscali. Via Agnelli, via Paratici, via tutti. Società, inquisita, sputtanata sui giornali, condannata a campionato in corso, penalizzata di dieci punti, esclusa dalla Champions pur conquistata con un insperato terzo posto. Società rimodulata e in "grigio": ai vertici gente che non sa di calcio. L'arrivo (programmato) di Giuntoli aveva fatto sperare in una celere rinascita. Ma come dicono nella mia laguna: "Sensa bezzi, l'orbo no' canta". Senza quattrini i "gorgheggi" sono impossibili. Giuntoli è arrivato per vendere. In parte lo ha fatto. Altro farà tra qualche mese: tutti i giocatori che hanno "mercato" possono cambiare casacca. La voragine finanziaria recita: buco da 300 milioni. Altra ricapitalizzazione? Possibile. Ma non è escluso, a questo punto, che la Juventus venga venduta. Un quotidiano mesi fa lo aveva già ipotizzato. Sembrava inverosimile: oggi, non lo è. Ma anche chi (eventualmente) dovesse acquistare dovrebbe fare i conti con una realtà che non prevede quello sviluppo europeo e mondiale che Andrea Agnelli aveva immaginato. Con uno stadio da 42.000 persone non puoi competere in un calcio votato ai grandi numeri. Il gigantismo impone sempre più gare, sempre più spettacolo, costi sempre più elevati. Per questo Andrea Agnelli aveva virato verso la Superlega.

Ma far digerire al pueblo e alla politica (calcistica e non) che il calcio nato in strada e in spiaggia è sparito assieme a leggende, poesia e ricordi, è difficile. Ci vorrà tempo, ci vorranno "elargizioni" agli ottimati che il calcio governano: poi tutto verrà ingoiato. Su Torino si è abbattuta la tempesta perfetta. E con i guai alla società, sono iniziati quelli ad una proprietà, per un'eredità (quella dell'Avvocato) che ha portato Elkan e Ferrero (suo avvocato e attuale presidente della Juve) ad essere indagati: per una denuncia della madre di Yaki, donna Margherita, figlia dell'Avvocato. Sarà la magistratura a stabilire se quella successione è stata regolare o se sia stata "opaca". Ma va, per dovere di cronaca, segnalato che i magistrati che indagano (con l'eccezione del Santoriello, trasferito ad altra procura) sono i medesimi che indagarono la Juventus quando non avrebbero potuto, per incompetenza territoriale. Sono medesimi che l'hanno fatta a fette consentendo, tra l'altro, fughe di notizie sistematiche. E sempre per dovere di cronaca, va rammentato che uno di quei pm è il medesimo che aveva cercato di incastrare (illo tempore) Bettega, Giraudo e Moggi, per fatti poi evaporati. Finita? È aperta una vertenza tra Consob e Juventus per questioni forse di lana caprina, forse di sostanza. Metteteci anche lo sciopero a Mirafiori per la politica aziendale di Stellantis e il quadro sarà completo. Ora: i giocatori e i procuratori dei giocatori, leggono. Si è creato un clima da "si salvi chi può" che alla fine ha contribuito al disastro dell'ultimo mese. Da uno scudetto sognato a una zona quarto posto da difendere con i denti da una Juventus che appare "sdentata". Poi c'è l'aspetto epocale. Allegri non cambia e non cambierà. E dal suo punto di vista ha ragione lui. Puoi chiedere ad uno chef stellato di cambiare "stile" in cucina? Il problema è che lo "stile" di Allegri risulta "datato". Anche a causa di giocatori sopravvalutati. Quel calcio (e non si tratta solo di Allegri) vive sui trascorsi allori. Il calcio, ma anche i metodi di allenamento e la capacità di motivare. Un consiglio: andate a vedere come allena Giampiero Gasperini. È come tornare a guardare Del Neri quando allenava il Chievo. Tutto si evolve e anche il calcio (inteso come gioco, sopraffatto dalla tecnologia) si è evoluto. Allegri ha i suoi demeriti, ma la società ne ha di maggiori. A cominciare da quell'idea (data al mondo) di aver accettato condanne e sanzioni senza provare ad imbastire una difesa. Cosa sarà della Juventus, nessuno può dirlo. Per ora l'orizzonte è pieno di nuvole che annunciano ulteriore tempesta.