L'aria è cambiata. Chiesa e Rabiot, ci sarà chi deciderà prima di voi. La Nazionale va avanti, ma i problemi e Gravina restano!
Il segnale ai “ naviganti” è forte e chiaro: la nuova Juventus non aspetta nessuno. Giuntoli, che sta costruendo un progetto sulla carta davvero interessante, ha già dimostrato nella vicenda Luiz, che esiste un piano A e uno B. McKennie si mette di traverso? Benissimo, per lui è pronto lo sgabello ( in assenza di cessione) ma la trattativa si chiude lo stesso con l’inserimento di Barrenechea. L’aria è cambiata, ma forse al momento non tutti se ne sono accorti, probabilmente perché impegnati con la testa altrove. Nel frattempo però, mentre qualcuno come Rabiot e Chiesa, seppur in situazioni contrattuali ben diverse, sfogliano la margherita, Giuntoli lavora già alla loro sostituzione, ribaltando la situazione. Non saranno cioè più i giocatori ad avere il famoso coltello dalla parte del manico e magari a fine Europeo entrambi non rientreranno nei piani di Motta. Il francese, di fatto svicolato, ascolta le sirene, Chiesa invece sembra voler cambiare aria a prescindere, nonostante l’arrivo di Motta. O forse proprio con l’arrivo di Motta, che a Bologna ha dimostrato come nella sua idea di gioco, l’esterno offensivo debba saper fare più cose, compresa la fase di non possesso. Chiesa si dovrà interrogare su diversi aspetti, evidentemente il suo ciclo alla Juve è finito, ma anche l’esperienza all’Europeo non ha regalato spunti particolari, relegato in panchina da Spalletti nella partita più importante della prima fase.
In ogni caso non può passare in secondo piano come Giuntoli stia di fatto cambiando la metà dei titolari della passata stagione. Ed è giusto cosi, perché il lavoro di Motta, che sarà alla Continassa il prossimo 8 luglio per conoscere le strutture e la nuova realtà che lo attende , dovrà essere agevolato da una campagna acquisti di livello, che regali un volto nuovo alla squadra. Non si ripartirà dunque dai giovani, o meglio, non solo dai giovani, alcuni dei quali verranno sacrificati sull’altare del bilancio e delle trattative che porteranno a Torino giocatori di livello. Il progetto Next Gen in fondo è nato anche con questa prospettiva: portare in prima squadra i profili più interessanti, quelli in sostanza con la faccia e i piedi da Juve, valorizzando gli altri adatti per squadre di livello ma non con le ambizioni dei bianconeri.
Detto che, come assunto finale, non serviranno soltanto i calciatori e l’allenatore per vincere. Servirà anche quella che faticosamente, ma con passi decisi e netti, si sta ristrutturando, cioè la società. Dal nulla di due anni fa, siamo ad una struttura con idee, professionisti e competenze al posto giusto. Aspetto da non sottovalutare. E in attesa del campo, i primi risultati sono già ben tangibili.
Due parole finali sulla Nazionale. Gravina e Spalletti vanno avanti, ma c’è poco da essere entusiasti. Solo un capolavoro di Zaccagni ha evitato l’ennesima umiliazione per una maglia azzurra che sembra sempre più sbiadita anche a causa di chi gestisce il baraccone. Poveri noi!
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