Cosa manca oggi alla Juve di Thiago Motta?
Prima o poi la prima sconfitta stagionale doveva arrivare anche per la Juventus e alla fine probabilmente è maturata nella gara meno importante del momento. Considerati gli obiettivi stagionali della Vecchia Signora (confermarsi tra le prime quattro della Serie A e arrivare più avanti possibile in Champions League), i risultati sono al momento in linea, anche se indubbiamente il KO con lo Stoccarda ha aperto il dibattito sul valore reale della squadra di Thiago Motta.
Innanzitutto, a mio avviso occorre fare qualche passo indietro, poiché onestamente le avvisaglie c’erano già state nelle precedenti gare. Dal punto di vista difensivo, dopo l’infortunio grave di Bremer, la fase difensiva della Juve non è più stata la stessa. I ragazzi di Motta hanno continuato a subire poco, ma in alcune situazioni che prima leggevano molto meglio, soprattutto in fase di riaggressione, hanno cominciato a patire maggiormente e non sono capitolati anche per un po’ di fortuna. Quanto alla fase offensiva, i numeri non sono mai stati eccelsi, ma si sperava che nel corso delle settimane e delle partite le cose migliorassero.
In realtà, nelle ultime uscite la produzione offensiva è andata addirittura calando tanto che negli ultimi 180 minuti la Juventus è riuscita a entrare in area tirando all’indirizzo della porta avversaria una sola volta (Yildiz). Di calciare da fuori non se ne parla, ragion per cui, senza Koopmeiners e le sue combinazioni veloci per stimolare i suoi stessi inserimenti e quelli degli altri, non si vede come questa squadra possa aumentare la propria pericolosità in avanti. Vlahovic, spesso additato di essere “il problema”, è solo una faccia della medaglia, perché quando il serbo viene sostituito, come avvenuto ieri sera, non è che le cose migliorino, visto che in attesa del rientro di Milik (che non avverrà di certo a breve) non ci sono altre soluzioni.
Cosa serve dunque a questa Juventus per migliorarsi nei prossimi mesi? In attesa del mercato di gennaio, quando mi sembra sia inevitabile valutare quantomeno gli innesti di un centravanti e un difensore, Motta dovrà innanzitutto sperare di riavere a disposizione tutti gli effettivi, i nuovi in primis, nel più breve tempo possibile. Il suo modello di gioco è stato improntato su Koopmeiners, elemento che Giuntoli ha fatto di tutto per portare a Torino, ma prima per scarsa condizione poi per l’infortunio, praticamente l’ex Atalanta non è riuscito a incidere per come ci si aspettasse.
Una decisione importante deve prenderla il mister anche in merito a Yildiz, calciatore fondamentale per l’economia del gioco bianconero, che fin qui è stato prezioso da centrocampista esterno, aiutando molto il terzino (soprattutto quando alle spalle si trova Cambiaso, che viene spesso dentro il campo scoprendo la corsia), ma soprattutto cucendo il gioco in fase di risalita. Ovviamente, questi compiti non lo rendono lucido quando si trova negli ultimi metri di campo. Se si vogliono sfruttare le sue doti balistiche, dunque, non si può fare altro che cambiargli posizione.
Infine, potrebbe essere utile per le prossime settimane ridurre il turnover o rinviare alcune rotazioni al momento in cui la squadra avrà un’identità più marcata. Non vorrei che questi continui cambi, che hanno lo scopo di tenere tutti pronti e abili a giocare qualsiasi partita, alla fine non consentano di trovare una formazione base sulla quale poi lavorare con cambi mirati a seconda del numero e della tipologia di impegni.
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Aut. Lega Calcio Serie A 21/22 num. 178