Da San Siro si torna con tante certezze: ora però bisogna avere il coraggio di rinunciare a Danilo e puntare su Yildiz aspettando Koop
Le luci di San Siro che hanno abbagliato l'Inter e illuminato la Juventus brillano ancora negli occhi di tutti noi. Poi si, è vero, dobbiamo tornare a considerare un pareggio (ovunque e contro chiunque) come un mezzo passo falso ma in un percorso di (ennesima) ricostruzione ribaltare un 4-2 in 4-4 a casa dell'Inter con 5 assenze di lusso significa veramente tanto. Come ho raccontato anche in diretta, quello che si è notato è la personalità della squadra. La Juventus vuole tornare a fare paura, credere fino alla fine di riuscire in ogni impresa, riappropriandosi, così, del dna che non è replicabile. La Juventus è la squadra che più di tutte fatica a mollare l'osso e che ci crede soprattutto quando l'impresa sempre impossibile. Appartiene all'anima del club, alla storia che riecheggia nelle stanze della Continassa.
Poi la maglia bisogna saperla portare, sentirne il peso, gestirlo e onorarlo. In questo momento, per esempio, Danilo non è in grado di dare in campo quello che può dare fuori. Non è una bocciatura per il professionista (serio) ma un dato di fatto: il brasiliano sta avendo un rendimento basso che ha inciso e coinciso con la maggior parte dei gol subiti fino a questo momento dalla Juventus, persino quello incassato contro il PSV. Sono ingeneroso e troppo severo? Non credo, ma voglio essere onesto nei giudizi e vedere in campo chi sbaglia il meno possibile. E oggi Danilo, mi ripeto, rende meglio come motivatore nello spogliatoio e dalla panchina che sul campo. Perso Bremer, e quindi il 48% della solidità difensiva, l'unica messa in sicurezza è la coppia Gatti-Kalulu. Senza "se" e senza "ma". A destra (ma anche a sinistra, al centro, da mezzala e in attacco) Cambiaso è sempre l'uomo giusto, uno che non si risparmia, mette qualità e soffre con e per la squadra. Uno da Juve. Non boccio Savona, ma bisogna concedergli anche qualche peccato di gioventù il cui rischio deve essere arginato il più possibile. A sinistra credo che Cabal si stia guadagnando una titolarità sacrosanta. Tutto il resto, attacco a parte che per forze di cose non può prescindere da Vlahovic, è un continuo gioco ad incastri in attesa del recupero di tutti, ma il processo identitario sta procedendo anche nell'ottica di una rotazione pressoché costante che ha la finalità di tenere tutti sul pezzo.
Laddove mancano grandissimi campioni, serve il valore del gruppo. E serve il talento. E finalmente quello di Yildiz, dopo una preoccupante latitanza, è sceso in campo con tutta la sua prepotenza. I due gol fatti all'Inter sono l'impronta del futuro campione lasciata a San Siro, le pennellate dell'artista che firma un capolavoro o quasi capolavoro, la giocata del giocatore che può fare la differenza. Lo abbiamo invocato, bacchettato, aspettato e ora speriamo sia arrivato e che la crescita del turco sia costante come il suo apporto. Ce ne sarà assolutamente bisogno. E quando a tutto questo si inseriranno Koopmeniers, Nico e magari la riabilitazione di Douglas Luiz vedrete che lo scudetto non è per questa squadra una chimera, ma una giusta ambizione.
Si, d'accordo, il Napoli è avanti. Ma vediamo come si comporta e dove si troverà dopo qualche scontro diretto. Partite nelle quali la Juve si è già misurata per quattro volte senza mai perdere pur collezionando una sola vittoria e tre pareggi. Guardiamo a casa nostra perché c'è tanta bellezza da accogliere e veder crescere...
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