Il mal d'Arabia di casa Juve si cura in un solo modo

Il mal d'Arabia di casa Juve si cura in un solo modoTUTTOmercatoWEB.com
Ieri alle 18:40Editoriale
di Antonio Paolino
La sconfitta rimediata in Supercoppa con il Milan non è una semplice battuta d'arresto e i problemi non sono di facile soluzione

Una Juve ancora una volta convincente a metà, un po' di più quando prova a giocarla e meno di fronte alle paure che affiorano bene o male a cicli alternati di quarantacinque minuti. O nel primo o nel secondo sembra quasi che le batterie, la concentrazione o la voglia di lottare finiscano senza preavviso. E senza trovare risorse in quei leader – pochi a dire il vero – capaci di raddoppiare gli sforzi al punto di caricarsi la squadra sulle spalle. La sconfitta di Riad, dove ci ero arrivato con ben altre aspettative e convinzioni, lascerà in tutti noi una ferita dolorosa e duratura perché ha messo in evidenza, nel passaggio cruciale della stagione, problemi di cui non pensavamo soffrire. Addirittura, potrebbero dire alcuni mentre altri se la riderebbero conoscendone anche le cause e le ragioni. Il calcio è sì una cosa semplice – lo pensa anche Motta – ma a volte lo si complica senza rendersene conto e presupponendo che tutto si possa aggiustare solo col tempo e non anche con le giuste relazioni necessarie in uno spogliatoio per far crescere la stima di tutti e non di chi fa comodo.

Sconfitta – Essere ancora qui a Riad, dove in 24 ore sono state addobbate pareti e manifesti di rosso-nero-azzurro cancellando ogni sfumatura di bianco, è come vivere una tragedia in trincea, nascosto nel buio dei ricordi di una serata che ha messo a nudo tutti quei difetti, non pochi e non piccoli, che insieme meriterebbero un drastico cambiamento. Dopo la vittoria regalata al Milan, Motta ha parlato dei necessari miglioramenti di cui necessita la squadra, ma visto che sono passati quattro mesi e i risultati stentano a decollare, probabilmente sarebbe utile rivedere anche al proprio interno cose e atteggiamenti che non aiutano a crescere e a migliorare. 

Stupore – Il gruppo non rende come dovrebbe, anche se più di tanto - è sotto gli occhi di tutti – non riesce a dare. In ogni ruolo si paga l'inesperienza, la gioventù e la paura di sentirsi troppo giudicati anche dall'allenatore e senza preavvisi. E qui tornerebbero utili, come nel passato, i veterani dello spogliatoio che invece, volutamente sono stati allontanati e ritenuti pericolosi: fosse solo una questione di costi, sarebbe comprensibile, ma visto che non lo è allora è controproducente. Alla Juve ormai è chiaro non manca solo un vice Vlahovic o un sostituto di Bremer, manca quella sana voglia di fare squadra. Ognuno coi propri problemi e senza nessuno che dica “bah”. Il cerchio va però chiuso anche attorno ad una società che vuole crescere, ma che pensando solo a diminuire i costi sta ridimensionando anche la passione dei tifosi. La Juve non è il Napoli o il Bologna, altrimenti non avrebbe il numero dei tifosi che ha. L'errore è stato poi pensare che già solo investendo su Motta avremmo svoltato. Dopo quattro mesi stiamo singhiozzando, non è il caso di tornare indietro, ma guardando avanti bisogna aggiungere e non togliere: fiducia in chi c'è e qualità dove non se ne vede. In campo, in panchina e in società. Altrimenti gennaio diventa pericoloso e la paura di non farcela può portare a decisioni frettolose. E di solito si accontenta prima l'allenatore con gli acquista di riparazione e poi... si lavora sotto traccia per le emergenze. Da Riad è tutto. Ma non ancora tutto. Vedremo al derby. E intanto anche Rbn rafforza il suo nuovo palinsesto da martedì 7 gennaio. Carbone dolce, tranquilli. Seguiteci dal lunedì al venerdì, con chi va di più, dalle 9 alle 22,30. Il sabato e poi la domenica con il commento della partita in ogni angolo del mondo. Non siamo vedove e neppure conservatori, siamo semplicemente juventini come voi. E cerchiamo di essere credibili e non copia-incollisti.