I LIMITI CHE FANNO LA JUVE UNA BUONA SQUADRA E NON UNA BIG. LA DISCUTIBILE GESTIONE DEL CASO DANILO: A CHI CONVIENE QUESTO EPILOGO?

I LIMITI CHE FANNO LA JUVE UNA BUONA SQUADRA E NON UNA BIG. LA DISCUTIBILE GESTIONE DEL CASO DANILO: A CHI CONVIENE QUESTO EPILOGO?    TUTTOmercatoWEB.com
martedì 31 dicembre 2024, 14:01Editoriale
di Alessandro Santarelli

La differenza tra una grande squadra e una buona squadra sta anche nei dettagli (oltre che ovviamente nei calciatori ) Ecco, questi primi mesi del nuovo progetto targato Motta/ Giuntoli ci hanno rivelato che abbiamo di fronte una buona compagine, volenterosa, che si applica, ma lontana, almeno per il momento, dal diventare una big. Non c’è un unico responsabile deve essere chiaro ma una serie di cause che ci hanno portato all’ennesimo pareggio, beffardo perché arrivato dopo una prestazione convincente, che partono da una mentalità ancora da instillare all’interno del gruppo, da un’identità ancora troppo fragile e da una serie di scelte, ottime a giugno, ma al momento bocciate dal campo e dalla mancanza di veri e propri leader, sia tecnici che di spogliatoio, capaci di prendere per mano la squadra soprattutto nei momenti delicati.

Il risultato è quello che vediamo, che oggettivamente immaginavamo diverso, di una Juventus schiava dei pareggi, lontana dalle posizioni di vertice, che fatica maledettamente a vincere le partite incapace di mettere assieme una serie di vittorie, i famosi filotti, senza i quali risalire la china sarà abbastanza complicato. Attenzione, non tutto è da buttare, ci mancherebbe, contro la Fiorentina ci si è messa di mezzo anche la sfortuna, lo si sa quando piove di solito poi viene la tempesta, perché la prestazione era stata buona, ma certe leggerezze difensive, quanto ci manchi Glaison, sono imperdonabili a certi livelli.

La vulnerabilità difensiva preoccupa, da muro invalicabile siamo passati, con la complicità un po' di tutti, a una colonna fragile pronta a traballare in molte occasioni. Se a questo aggiungiamo la difficoltà cronica nel far gol e un gennaio che a livello di calendario non è certamente dei migliori, le prospettive non sembrano particolarmente rosee. Ma è qui che si dovrà vedere il carattere, la voglia e la determinazione di una buona squadra che deve e può migliorare perché non si deve mai dimenticare che la maglia che viene indossata è quella della Juventus. Lo stesso Motta ha dei passi avanti importanti da fare: primo, cercare di entrare nella mentalità Juventina e trasferire nel dna dei suoi ragazzi questo piccolo grande e decisivo particolare. Deve dare una identità precisa alla squadra, cercare 7, 8 titolari senza cambiare in continuazione formazione ( al netto ovviamente degli infortuni) Il talento si premia sempre, anche se magari la settimana dal punto di vista dell’allenamento non è stato delle migliori.

Poi c’è il lavoro che dovrà compiere Giuntoli. Stavolta i rinforzi dovranno arrivare il prima possibile. E su questo lasciateci dire che al netto di tutto facciamo molta fatica a capire la messa fuori rosa di Danilo. Il capitano, ormai ex, non partirà per l’Arabia. Sono le logiche del mercato, e ci stiamo, ma vi sembra normale partire per una competizione con appena 4 difensori di ruolo? Oppure sacrificare un centrocampista, McKernnie in un ruolo non suo pur di non far giocare Danilo? Certo, il brasiliano è in una fase calante, non è assolutamente la panacea di tutti i mali e la cessione ci sta, ma un trattamento simile, e soprattutto una scelta che sembra penalizzare  la squadra a livello numerico, facciamo fatica a capirla. Ma siamo sicuri che Giuntoli porterà a Torino nel giro di pochissimi giorni il sostituto, che però, ricordiamo, non potrà giocare le due partite di Champions. Cosa oggettivamente non da poco.

La Juve è una buona squadra, la dirigenza ha il compito, e verrebbe da dire il dovere, di farla tornare tra le big in un tempo ragionevole. E per favore, non facciamo battaglie personali che penalizzano poi il gruppo. Perché a volte ci viene questo malsano pensiero. Ma le battaglie personali devono restare sempre al di fuori delle mura della Continassa. E anche questo aspetto fa la differenza tra una buona società e una grande società...