Fino alla fine per arrivare a giugno. Poi riflessioni e decisioni necessarie, a partire dalla panchina

Fino alla fine per arrivare a giugno. Poi riflessioni e decisioni necessarie, a partire dalla panchinaTUTTOmercatoWEB.com
martedì 20 febbraio 2024, 16:06Editoriale
di Alessandro Santarelli

La crisi è aperta. Di risultati, di gioco, di idee. Doveroso prenderne atto, compito dell’allenatore e della società trovare gli anticorpi. Usciamo da Verona con forte preoccupazione. Nessuna reazione alla sconfitta con l’Udinese, giocatori che sembrano svuotati, all’interno di un’involuzione che ha fatto scattare un vero e proprio allarme. E attenzione, perché la distanza dal tandem Atalanta Bologna che occupa adesso il quarto posto si è ridotto a nove punti. La situazione deve essere affrontata di petto, prima che sia troppo tardi. I margini per portare a casa l’obiettivo ci sono tutti, ma dobbiamo avere la consapevolezza, soprattutto all’interno della Continassa, che la qualificazione Champions non può essere fallita, pena il ridimensionamento delle prossime stagioni. Nell’arco di  un mese, e con un calendario tutt’altro che impossibili, siamo passati dal cullare un sogno, a vivere un incubo.

La Juve inviolabile è diventata una sorta di muro di cartapesta, pronto a cadere in ogni occasione, mentre davanti se non segna Vlahovic, il gol diventa una sorta di tabù.Da Lecce a Verona sembra passata un’eternità, ma soprattutto sembra di parlare di due squadre completamente diverse. Su questo si deve interrogare il tecnico, ma anche i singoli giocatori, chiamati, tutti nessuno escluso, ad un vero e proprio esame di coscienza. Che squadra è, una squadra che si scioglie come neve al sole dopo la sconfitta di San Siro? Che squadra è una squadra che non riesce a motivarsi dopo la pessima figura fatta in casa con l’Udinese.

Allegri non ci deve raccontare che con i friulani è stata fatta una buona partita, perché mente sapendo di mentire, ma chi scende in campo ha il dovere di alzare l’asticella, e magari di segnare quando si trova davanti al portiere. Qui non ci devono essere rivalse personali, le eventuali antipatie o simpatie debbono essere messe in un angolo almeno sino a giugno, quando giocatori e società faranno le loro scelte. Ognuno si interroghi su cosa si può fare. Questa squadra non risponde più al modo di giocare? Bene, nel calcio esistono varianti e moduli che possono dare una scossa, che possono far ritrovare sicurezze e soprattutto risultati. Vero,serve equilibrio, ma ci vogliamo raccontare che magari in casa con il Frosinone non si può giocare con un tridente vero? Lo stimolo deve partire dalla panchina, la messa in atto da chi indossa la maglia.

Non esiste, almeno per il sottoscritto, un unico responsabile, al contrario del tam tam via social che puntualmente è ripartito, stucchevole e privo di spunti interessanti, ma una concausa di fattori che hanno portato, e la cosa è grave, a far perdere alla squadra tutte le certezze che aveva. Nessuno ha la bacchetta magica, ma tutti devono lavorare, tifosi compresi, per portare la barca in porto. Certo, non dovesse arrivare la vittoria con il Frosinone, si potrebbero, e forse si dovrebbero, prendere delle decisioni anche drastiche, senza però andare a compromettere le scelte, e parliamo ovviamente di panchina, che saranno prese a giugno.  Allegri difficilmente resterà anche la prossima stagione, a prescindere dai risultati finali, ma ha tutto il diritto di lavorare serenamente sino al 26 maggio. Le guerre interne, ed esterne, al momento non servono a nessuno, ma solo ad incendiare un clima tornato rovente. Tutti uniti verso la stessa direzione, fino alla fine…