"I Più & I Meno", il meglio e il peggio della settimana bianconera: ventitreesimo appuntamento
Appuntamento numero 23 con "I Più & I Meno", il meglio e il peggio della settimana bianconera: oggi tocca a Federico Gatti, Mattia Perin, Filip Kostic e Arkadiusz Milik.
I Più
Gatti, il gregario di lusso della Juve
Dai dilettanti ai professionisti, dal Verbania alla Juventus: quella di Federico Gatti è una storia bellissima, che ieri ha conosciuto il suo momento migliore e più bello da quando è un calciatore. Segnare il primo gol con la maglia bianconera, in una partita così importante, dopo che soltanto tre stagioni fa facevi parte di un club dilettante dev'essere una gioia immensa. E lo è stata, come ha sottolineato lo stesso Gatti nel post partita. Dopo 7-8 mesi di comprensibile adattamento, considerato che soltanto un anno fa giocava con il Frosinone in Serie B, con il passare del tempo il difensore centrale classe '98 ha acquisito sicurezza, guadagnandosi la fiducia di Massimiliano Allegri. Che da Friburgo in poi, non l'ha più tolto dal campo: sei gare consecutive da titolare. E Gatti, sul campo, ha risposto presente. In una stagione travagliata a dir poco, tra campo e giustizia, quella del difensore rivolese è sicuramente una delle più pagine più belle della stagione corrente. E meritava la giusta celebrazione. Adesso Gatti è diventato a tutti gli effetti un punto di riferimento per la squadra: chapeau!
Quando essere "il secondo" non vuol dire niente
Ha giocato poco, ma ha giocato bene. Quella di ieri è stata la quindicesima presenza stagionale di Mattia Perin, in una gara in cui non era prevista la staffetta con Wojciech Szczęsny. Ma purtroppo il malore che ha colpito (fortunatamente nulla di grave) il portiere polacco lo ha chiamato in causa. E l'ex Genoa, ancora una volta, ha risposto presente, dimostrando che essere "il secondo" non vuol dire niente. La storia di Perin con la Juve ricorda un po' quella di Marco Storari con i colori bianconeri he, come l'ex Genoa, non giocava semplicemente perché davanti si ritrovava un portiere di grande esperienza. Storari aveva davanti a sé Buffon, quindi comprensibilmente sfortunato. Ma ogniqualvolta veniva chiamato in causa rispondeva alla grande. Szczęsny non è Buffon, anche se è un ottimo portiere. E nelle gerarchie della Juve viene prima di Mattia Perin, ma con un numero 36 così in spolvero, la Juve - almeno tra i pali - può dormire sonni tranquilli. Anche in vista del futuro.
I Meno
La prima serata "no" di Filip
Per una volta, per la prima volta in questa rubrica, entra nei "meno". Non è una bocciatura, figuriamoci: stiamo parlando sempre del miglior assist-man stagionale della Juventus, che ha superato quota dieci. Ma quella di ieri sera è stata indubbiamente la gara meno brillante di Filip Kostic. Che sul lato mancino, con Chiesa al suo fianco, ha fatto fatica. E' stata, soprattutto, la catena di sinistra a non funzionare in casa bianconera. E non è un caso infatti, che quando l'esterno serbo è uscito, Chiesa ha vissuto i suoi momenti migliori del match poiché libero di strappare a tutta fascia. Un esperimento, quello del doppio esterno Kostic-Chiesa sulla stessa fascia, che Allegri dovrà valutare se riproporre o meno. In ogni caso, dopo aver giocato praticamente sempre, una serata "no" può starci.
Milik stecca
Senza ombra di dubbio alcuna, Arkadiusz Milik ieri sera è stato il peggiore in campo. L'attaccante polacco aveva una grande chance davanti a sé, per provare a insidiare Dusan Vlahovic, soltanto in panchina e in un momento di forma sicuramente non brillante. Ma Milik ha steccato e di brutto, e infatti Allegri al 62' è corso ai ripari, affidandosi all'attaccante serbo, che si è reso protagonista dell'assist di testa sul gol di Gatti. Il centravanti di proprietà del Marsiglia, ma in prestito con diritto di riscatto alla Juve, era partito a razzo nei primi mesi di stagione, realizzando numerosi gol oltre a offrire prestazioni di altissimo livello. Con il passare del tempo e, complice il suo lungo infortunio, Milik si è spento lungo il sentiero. E non è ancora, allo stato attuale, tornato a quei livelli. Il gol manca dal lontanissimo 22 gennaio contro l'Atalanta: un'eternità, e un ulteriore motivo di preoccupazione in casa bianconera, se lo sommiamo al fatto che già Vlahovic vive i suoi di momenti a dir poco "brillanti". Ma si spera, per la Vecchia Signora, che sia soltanto una fase passeggera. Anche perché tra Campionato, Coppa Italia ed Europa League, ci sono due mesi di fuoco da giocare. E serve l'apporto di tutti: a partire dagli attaccanti.
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