"I Più & I Meno", il meglio e il peggio della settimana bianconera: venticinquesimo appuntamento
Prosegue il momento negativo in casa Juventus che, dopo Napoli, colleziona un'altra sconfitta: contro l'Inter, salutando la possibilità di approdare in finale di Coppa Italia. Nell'appuntamento di oggi, numero 25, con "I Più & i Meno", i protagonisti sono Mattia Perin, l'Europa League, Massimiliano Allegri e Manuel Locatelli.
I Più
Mattia Perin, sinonimo di affidabilità
Premesso che ricercare un "Più" in questa ultima settimana bianconera è stata una forzatura più che un'impresa, sottolineare la buona prestazione di Mattia Perin nello scempio di ieri sera di San Siro appare inevitabile, visto quanto fatto dal resto della squadra. Ennesima volta in cui il secondo portiere della Juventus quando viene chiamato in causa risponde presente. E lo ha fatto anche contro l'Inter. In quelle poche volte in cui è stato sollecitato, ha risposto alla grande, tenendo in vita i bianconeri. A nulla sono serviti i suoi interventi, ma sottolineare comunque la sua ottima prestazione è doveroso. Soprattutto in un momento in cui tutto sembra andare a rotoli e verso il naufragio.
E ora resta soltanto l'Europa League
Allegri, da settimane ripeteva l'importanza di centrare la finale di Coppa Italia, per poi provare a raggiungere il bis con l'Europa League. Ma un obiettivo ormai è andato, senza che la Juve se la sia giocata davvero. Almeno ieri. E quindi, ai bianconeri non resta che concentrarsi sull'Europa League che, eventuali penalizzazioni nazionali o europee a parte, garantirebbe comunque l'accesso alla prossima Champions League qualora la Vecchia Signora precipitasse al quinto posto. Una speranza, forse, più che una prospettiva. Ma in un'annata in cui nulla sembra girare nella maniera giusta, soltanto la vittoria dell'Europa League potrebbe addolcire una stagione a dir poco amara. Ma prima bisognerà passare da Siviglia. E se la Juve è quella vista ieri, le speranze si riducono sensibilmente.
I Meno
C'è da stare poco "Allegri"
In sette anni di Juve, e più nello specifico nei due ultimi anni - che appartengono alla seconda esperienza in bianconero - quello di ieri sera è stato con tutta probabilità il momento più basso di Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera. La parola fine ad un progetto involuto e mai realmente sbocciato, naufragato velocemente. Soltanto due volte in due anni, sotto la gestione Allegri bis, i bianconeri si sono ritrovati alla guida del campionato, mai hanno portato (fin qui) un trofeo a casa, e mai hanno dato la sensazione che ci fosse un progetto dietro vero e concreto. Contro l'Inter è arrivata una prestazione imbarazzante. Così come è imbarazzante la mancanza di idee nella costruzione del gioco da parte della Juve di Allegri. Per il bel gioco si dovrà andare pure al circo, come spesso ironicamente sottolinea il tecnico livornese, ma per vedere l'anticalcio basta dare un'occhiata alla sua Juve. Manca poco più di un mese alla fine di una surreale stagione, dove i bianconeri possono comunque togliersi delle soddisfazioni o precipitare fragorosamente. Ma quando tutto sarà finito, bisognerà prendere delle decisioni. Possibilmente forti. E possibilmente in una direzione ben precisa. Perché Massimiliano Allegri, questo Massimiliano Allegri, non può più continuare a guidare la Juventus. Ebbene che tutti se ne rendano conto: in società e tra i tifosi.
Locatelli, involuzione o momento negativo?
Manuel Locatelli, arrivato quasi due anni fa alla corte della Vecchia Signora dal Sassuolo per ben 40 milioni di euro, ha alternato nel corso della sua esperienza in bianconero prove convincenti a prove meno convincenti, per non dire deludenti. Ieri, è stato il punto più basso della sua esperienza, in una partita in cui è apparso lento e ha sbagliato di tutto. Probabilmente, l'ex centrocampista del Sassuolo si esprime meglio quando al suo fianco ha un giocatore fresco e di qualità come Fagioli. Ma non può essere un alibi questo. La prestazione fornita contro l'Inter appare preoccupante, considerato che Allegri ha deciso di consegnargli le chiavi del centrocampo bianconero, ritenendolo il più idoneo a ricoprire quella posizione in campo. I risultati sono spesso altalenanti, così come il suo rendimento da un anno e mezzo a questa parte. E anche su di lui, come del resto per tanti elementi dell'attuale rosa bianconera, una riflessione a fine anno va fatta. Anzi, è doverosa.
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