"I Più & I Meno", il meglio e il peggio della settimana bianconera: undicesimo appuntamento
Prosegue la rubrica "I Più & i Meno", il meglio e il peggio della settimana bianconera, con il terzo appuntamento del 2023, l’undicesimo della stagione. I protagonisti di oggi sono Federico Chiesa, Iling Jr., la rimonta scudetto e Gleison Bremer.
I Più
La Chiesa di nuovo al centro del villaggio
Più di un anno, tanto c’è voluto per attendere il primo gol post infortunio di Federico Chiesa. E che gol. Il numero 7 bianconero strappa la scena contro il Monza in una sera tutt’altro che semplice, per meriti dei brianzoli (rimasti sempre in partita, fino ai minuti finali) ma anche per demeriti della stessa Juventus, rea di non esser riuscita realizzare il gol vittoria. Ci ha pensato Chiesa alla sua maniera, in un gol che ricorda tanto Alex Del Piero. Già, proprio Del Piero, che di maglia indossava la numero 10. E chissà se a stretto giro quella maglia toccherà proprio a Chiesa, che intanto è tornato e ha mandato un messaggio chiaro a tutti: la Chiesa è di nuovo al centro del villaggio. E Allegri può sorridere.
Iling, è lui l’esterno sinistro che mancava
Dopo sette anni di monopolio Alex Sandro sulla fascia sinistra, la Juventus sembra esser riuscita finalmente a individuare il suo successore. E senza dover ricorrere sul mercato con spese folli. Si tratta di Samuel Iling Jr., prodotto della Next Gen – che pian piano sta iniziando a dare i suoi frutti -, chiamato da Allegri nel momento del bisogno e che oggi è stato promosso a pieni titoli in prima squadra. E l’esterno mancino inglese punta a trovare sempre più continuità. Con il terzino sinistro brasiliano in scadenza, non è utopia pensare che l’anno prossimo la fascia mancina possa essere di sua proprietà sin dal ritiro estivo, anche perché quando i giovani forti ce li hai in casa, perché andare a prenderli altrove?
I Meno
Addio rimonta scudetto, la "gran musata" del Napoli
Alzi la mano chi pensava che questa Juventus potesse uscire con le ossa rotta da Napoli, tagliata fuori dalla lotta scudetto e con pochissime certezze. Quella contro i partenopei di venerdì scorso non è stata una sconfitta, ma una mattanza (copyright Luigi Garlando). Si sono visti tutti i dieci punti di differenza tra le due squadre; gli uomini di Spalletti hanno sovrastato quelli bianconeri e spazzato via le speranze di rimonta scudetto di Allegri e di chi sognava, dentro la tifoseria bianconera, il grande ribaltone come nel 2015-2016. La Juventus è uscita dallo stadio Maradona senza certezze per lo Scudetto ma con altre certezze sì: sa, che fino all’ultima giornata, si giocherà l’accesso alla prossima Champions League assieme ad altre cinque squadre. In sei per tre posti, racchiuse in quattro punti e con un altro scontro diretto che incombe già domenica sera contro l’Atalanta che non sarà di certo una passeggiata. Allegri lo sa, e sa anche che se vuole rimanere al timone di questa nave nella stagione 2023-2024, non può fallire – dopo aver fallito l’accesso agli ottavi di finale – anche questo obiettivo.
Bremer, casualità o primi dubbi?
Arrivato in estate per sostituire il monumentale Giorgio Chiellini, e dopo averlo strappato alla concorrente (Inter), Gleison Bremer sin dal suo approdo alla Juventus ha indossato il vestito di leader difensivo: un po’ per le sue caratteristiche già messe in mostra nella sua esperienza torinese e un po’ anche perché con una difesa orfana di De Ligt e Chiellini e con un Bonucci a mezzo servizio, non poteva che essere così. Di certo quella contro il Napoli è stata la sua peggior partita da quando gioca alla Juventus ma probabilmente della sua intera, seppur breve, carriera. Era andata più o meno così anche a Parigi, a settembre, quando bloccare Mbappé sembrava un’impresa impossibile. Prematuro bocciare il suo acquisto o iniziare a sparare a zero contro di lui, di certo qualche interrogativo è corretto porselo. Anche perché di soldi per portarlo alla corte di Massimiliano Allegri ne sono stati spesi. E non pochi.
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