"I Più & i Meno", il meglio e il peggio della settimana bianconera: quarto appuntamento
Quarto appuntamento con i "Più & i Meno", il meglio e il peggio della settimana bianconera. I protagonisti di oggi sono Dusan Vlahovic, Paul Pogba, Gleison Bremer e Angel Di Maria. I primi due rappresentano le note positive, "I Più". Mentre il difensore brasiliano e il Fideo "I Meno", le note negative.
I Più
Dusan dipendente
Numeri alla mano, la Juventus vince quando segna Vlahovic; la Juventus non vince quando non segna Vlahovic. C'è un filo conduttore che lega la squadra bianconera all'attaccante serbo: sempre più centrale, sempre più decisivo. Nonostante la Juve non brilli per la fase offensiva e per le reti segnate (soltanto 13 in 10 partite in Campionato, numeri miseri), Vlahovic riesce comunque a capitalizzare le occasioni che gli capitano. Spesso si sbraccia per i rifornimenti non all'altezza che riceve. E tutti i torti non ha. Perché avere un potenziale così forte in attacco e sfruttarlo con il contagocce è davvero un peccato.
Paul, forse ci siamo
Indubbiamente il giocatore che più di tutti il mondo bianconero attende di vedere, tornato dopo sei lunghi anni di distacco, il Polpo ha avuto dei problemi al ginocchio che lo hanno tenuto fuori in tutta questa prima e importante parte di stagione. Ma Pogba, piano piano, sta ritornando. Parzialmente si sta allenando con il gruppo, con la speranza di rivederlo quanto prima sul rettangolo verde. Azzardare una data di rientro forse è troppo, ma vederlo prima che il campionato s'interrompa per il Mondiale è un auspicio: la Juve ha troppo bisogna di un giocatore come il francese.
I Meno
Anche Bremer K.O.
Un altro infortunio, un altro di natura muscolare: salgono a 8 i K.O. dopo soltanto due mesi di stagione. Un numero esorbitante che deve far riflettere in primis lo staff di Massimiliano Allegri, e in secundis anche la società bianconera. Gli infortuni muscolari sono una zavorra che la Juventus si porta dietro da tanti, troppi anni. E additare tutti questi problemi di natura muscolare al semplice fatto che si gioca ogni tre giorni vuol dire nascondere la polvere sotto il tappeto. Bremer ne avrà per un po', almeno 20 giorni. E salterà le ultime due sfide di Champions League contro Benfica e PSG (decisive, tra l'altro, per le sorti europee dei bianconeri). La speranza è di rivederlo il prossimo 6 novembre contro l'Inter, ma non v'è certezza. E in un reparto che quest'estate ha già perso prima Chiellini e poi De Ligt, e con un Bonucci sempre più a mezzo servizio, l'assenza di un altro difensore centrale di alto livello diventa un problema serio. Nella finestra di gennaio la Juventus interverrà sul mercato?
Delusione Fideo
Di meglio non è andata neanche ad Angel Di Maria, che colleziona il suo terzo infortunio muscolare dell'avventura bianconera. Salterà, come Bremer, le stesse partite. Per l'argentino, però, la Juve tenterà di riaverlo almeno per il match contro il PSG in programma il 2 novembre. In ogni caso, quando manca sempre meno alla fine di questo lunghissimo primo ciclo di stagione, il bilancio del Fideo è altamente negativo: un solo gol segnato (al debutto contro il Sassuolo) e una sola partita giocata per tutti i 90' (contro il Maccabi Haifa in casa). Poco, troppo poco per un giocatore che avrebbe dovuto trascinare la Juventus nelle posizioni di vertice in Serie A e quantomeno al secondo posto nel girone di Champions League. È invece affondato, assieme alla stessa Juventus, risultando gravemente insufficiente alla voce "apporto dato". Iniziano già a girare voci su un suo possibile addio anticipato alla Vecchia Signora, subito dopo la fine del Mondiale. Il che non stupirebbe, considerato il ridimensionamento degli obiettivi bianconeri: niente, al momento, corsa Scudetto e Champions ormai svanita (solo con un miracolo la Juve potrebbe superare il turno). Ma va ricordato che Di Maria è stato voluto a tutti i costi da Massimiliano Allegri, la Juve lo ha atteso fino alla fine, anche quando sembrava che tutto fosse saltato all'aria, e lo paga con un ingaggio da top player. Tutti elementi che devono portare ad una riflessione seria e approfondita la società e la politica dei parametri zero. Quegli stessi parametri zero che spesso in casa Juventus vengono preferiti al tanto sbandierato ma mai applicato progetto giovani.
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