Tra luci, diverse, e ombre, qualcuna ma pesante, ecco la prima fotografia della nuova Juventus
Dopo nove partite, sette di campionato e due di Champions, proviamo a scattare la prima parziale fotografia. I contorni sono ancora sfuocati, come giusto che sia, visto che si tratta di indicazioni che il tempo confermerà oppure cambierà. Una sorta di proiezione con vista sul futuro. Dettagli al momento complessivamente positivi, di una squadra in crescita, di un progetto chiaro e ben definito, questo si, e con importanti margini di miglioramento già nell’immediato. Più luci che ombre dunque, con una marcia in Italia abbastanza in linea con le previsioni, dove a gridare vendetta sonio soprattutto i due punti lasciati con il Cagliari. In Europa invece le luci sono pressochè totali, si gioca più aperti, forse paradossalmente con meno pressioni addosso e i sei punti sono frutto delle migliori prestazioni visto fino a questo momento. Un caso? No, perché gli uomini di Motta sono maestri nel giocare a campo aperto, e vanno leggermente più in difficoltà quando l’avversario si chiude. Situazione sarà sempre più frequente, ecco perché il tecnico dovrà lavorare ancora sull’apertura di quelle partite bloccate con soluzioni nuove e variegate.
Le luci sono sulla forma strabiliante di Kalulu, sull’acquisto di Conceicao, sulla crescita di Locatelli, sulla sorpresa Savona, sulla duttilità di Cambiaso, sulla solidità di McKennie e anche sull’avvio complessivo di stagione di Vlahovic. Le ombre, una su tutte, l’infortunio di Bremer, uno dei pochi giocatori indispensabili della rosa. Si farà di necessità virtù, ma il dazio rischia di essere pesante. Poi ci sono i mancati gol di Koopmainers, ma abbiamo pochissimi dubbi, arriveranno, e per proseguire sulle ombre l’involuzione post infortunio di Thuram, ma soprattutto il mancato inserimento per adesso di Luiz. Forse il caso più eclatante, condito da quel pizzico di sfortuna che lo ha portato a causare due rigori consecutivi, uno alla fine ininfluente, l’altro purtoppo pesantissimo.
Situazione da monitorare. Il giocatore non si discute, la qualità neppure, ma oggi abbiamo capito che gli appena 226 minuti giocati ( recuperi esclusi) in 9 partite sono frutto di una scelta ben precisa di Thiago, che non vede ancora pronto il brasiliano per i dettami della nuova Juventus. Classe e tocco di palla sublime, ma ritmi lenti, poca propensione alla fase difensiva e qualche “ giocata” di troppo che evidentemente non viene apprezzata. Tempo per migliorare non manca, tempo per entrare nel mood bianconero neppure, ma l’impressione è che il giocatore debba fare uno scatto mentale importante per prendersi la squadra, diversamente nessuno scenario sarebbe da escludere. Cosi come deve ancora entrare in sintonia con il nuovo mondo Koop, tuttavia già più inserito rispetto a Luiz. Il paradosso, se vogliamo è che dagli acquisti più onerosi del mercato estivo, non è ancora arrivato quel salto di qualità atteso. Infine, sempre tra le ombre, l’aspetto più evidente: l’assenza di una punta di scorta, forse il vero errore di questo mercato estivo.
L’aspetto positivo però può essere proprio questo. Una Juve che attende ancora i suoi acquisti più importanti è li, nelle zone alte della graduatoria, con diverse cose da mettere ancora a regime, ma presente.
Se poi dalla classe arbitrale arrivasse quello che è legittimo, e non le solite “panzane” allora forse la situazione potrebbe anche essere migliore. Attenzione, il Cagliari deve ( dovrebbe) essere battuto a prescindere, ma come non sottolineare la follia della doppia ammonizione a Conceicao? Lo sa, caro sig Marinelli che lei ha privato, con una scelta assurda, la Juve per la prossima partita del suo giocatore più in forma? Come si chiamavano una volta queste situazioni? Lo ricordiamo molto bene, erano le “ ammonizioni preventive” , oggi finite sotto silenzio. E poi come non sanzionare il fallo su Savona, clamorosamente sparito da tutte le narrazioni del giorno dopo? Hanno fatto perdere la pazienza pure al nostro Thiago, al quale diciamo: benvenuto appieno nel nostro mondo….
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