Il presente con vista sul futuro. Ecco come cresce la nuova Juventus.
Sarà una lunga stagione, da vivere tutta di un fiato, cavalcando le emozioni che la squadra riuscirà a regalare. L’inizio non è stato male, anzi, forse anche ogni oltre più rosea aspettativa. Perché è vero che ci sono stati alcuni passaggi a vuoto, ma l’attuale posizione in classifica permette agli uomini di Motta di lavorare alla crescita del progetto con il conforto di un secondo posto ad un punto dalla vetta. Ma soprattutto con la netta sensazione che la squadra stia piano piano cominciando ad entrare nei meccanismi voluti e cercati dall’allenatore. Non solo, vogliamo dire che diversi giocatori ancora non si sono espressi neppure al 50% delle loro potenzialità? Questo per far capire, se ce ne fosse ancora bisogno, i margini di miglioramento che si intravedono all’orizzonte.
Poi certamente si deve lavorare su alcuni difetti che balzano agli occhi: il primo la difficoltà di aprire le partite contro le squadre che si chiudono bene. Qui Motta dovrà alzare il tiro, chiedere una maggiore velocità nel giro palla e soprattutto trovare soluzioni alternative per ovviare a questa problematica. Perché una volta “stappata” la partita la manovra diventa fluida, la qualità viene messa in evidenza e tutto diventa più facile. A Genova si è visto forse il peggior primo tempo della stagione, al cospetto di un grifone timido, in crisi e impaurito. Poco, troppo poco. Poi una volta arrivato il gol, il cielo è diventato azzurro. Ma questo è un difetto che va debellato quanto prima.
Si è sbloccato Vlahovic, ma anche qui, nessun dubbio sulla potenzialità del serbo. Da un lato però Dusan deve stare più sereno. Non vanno bene quelle esultanze polemiche. No, perché le critiche, se oneste e non fatte a fin di male, vanno accettate e fatte scivolare via. Dall’altra però anche i tifosi dovrebbero criticare si, ma senza quella caccia al colpevole che ha contraddistinto le ultime settimane, e più in generale, gli ultimi tre anni.
Cosi come bisognerebbe farla finita di paragonare ogni situazione al passato. Basta con questa distinzione, Allegriani, anti allegriani, fuori luogo, noiosa e totalmente inutile. Bisognerebbe guardare al passato per evitare di commettere i soliti errori, per evitare quelle divisioni inutili e deleterie. E l’appello lo rivolgo anche ad alcuni addetti ai lavori che non perdono occasione per lanciare delle inutili pietre, magari per il loro tornaconto e la loro visibilità, verso lo stesso mondo bianconero.
Qui bisogna appoggiare la nuova era, godersi le cose buone e immaginare un futuro che permetta alla Juve di tornare a dominare come nel suo Dna. La strada è lunga e non mancheranno gli inciampi, ma quanto è bello guardare al presente con un occhio anche al domani fatto di programmazione e idee? Tanto, e allora avanti cosi…
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