Rugani allontana spettri pericolosi. Polvere sotto il tappeto, ma la vittoria vale tanto
Tre punti che pesano tanto, tanto quanto la pesantezza della prestazione della squadra, ancora una volta sotto tono e a tratti irritante. Ma ci sono momenti in cui la vittoria è l’unica medicina per provare a guarire, e allora ben venga l’abbraccio finale sotto la curva nord, ben venga l’esplosione di una panchina intera corsa ad abbracciare Rugani come se avesse segnato un gol in finale. Tutto serve per uscire da un momento complicato, dove anche il Frosinone può sembrare un ostacolo insormontabile. Piaccia o no, adesso è il momento di guardare al presente ad un traguardo da tagliare il prima possibile. Come? Vincendo partite belle o brutte che siano. I puristi del caso è bene, e lo dico con affetto, che al momento cambino canale. La squadra non ha la forza di mettere in piedi più di quello che fa vedere, poco, pochissimo, ma almeno va riconosciuta la voglia di provarci fino alla fine. Già fino alla fine come il nostro motto.
Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, e ammetto che ci vuole tanta ma tanta fantasia, guardiamolo nell’abbraccio finale. Banale? No, assolutamente perché in un momento in cui si era tornati a parlare della compattezza del gruppo che sembrava esser venuta meno, vedere quell’esultanza tutti assieme, fa davvero bene al cuore. Cosi come fa bene dare un’occhiata alla classifica, che grazie al pareggio tra Milan e Atalanta, fa respirare una bella boccata d’ossigeno Poco, si vero, per una società abituata a vincere, ma oggi dobbiamo fare i conti con la realtà. Il tempo dei 9 scudetti è lontano, il tempo in cui ci si poteva permettere colpi di mercato senza guardare il prezzo del cartellino ancora di più. Nessuno ha la bacchetta magica, nessuno può farci tornare indietro e dunque guardare avanti con fiducia e con amore verso la maglia, e sottolineo la maglia, è l’unica cosa che possiamo fare.
Giugno è lontano, ma si può avvicinare con i risultati, con le vittorie che possono dare la serenità e il tempo a Giuntoli e Allegri di sedersi attorno al tavolo per decidere il da farsi. Cambiare guida tecnica è un’opzione, giusta, ma ci vorrà calma e soprattutto non si dovrà/ potrà sbagliare nome. Non mi addentro nel totoallentore, lascio questo esercizio alla fantasia di ognuno di voi. Penso però che per tornare nel più breve tempo possibile ad essere fortemente competitivi servano anche calciatori di livello, che alzino una volta per tutte, la qualità sia tecnica che mentale. Nell’elastico tra presente e futuro, la testa adesso deve andare alla fase di calendario, particolarmente aspra, che attende la Juve. In più da affrontare senza Rabiot e McKennie due terzi di una mediana, già di pe sé non proprio eccelsa. Chissà però che la medicina presa domenica pomeriggio possa abbassare la febbre. Non guarire, ci vorrà tempo, ma stare meglio,. Potrebbe essere già una buona notizia, soprattutto in chiave futuro..
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