Motta, c'è qualcosa che non va

Motta, c'è qualcosa che non vaTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 30 dicembre 2024, 13:30Editoriale
di Antonio Paolino
Juve e Fiorentina non vanno oltre il pareggio ma a preoccupare in casa Juve è qualcosa di più del gioco

Mentre in casa Milan, prossimo avversario da dentro o fuori in Supercoppa, veniva silurato senza preavviso Fonseca, la Juventus si leccava già da qualche ora le ferite per l'ennesimo pareggio. A poco, o solo qualcosa di più, è servita la doppietta del piccolo di casa Thuram, che sperava di rispondere per le rime agli auguri del fratello interista. L'amarezza per l'occasione sprecata era tangibile non solo sul volto di Kephren, ma di tutta la squadra bianconera che a fine partita si è tenuta ben lontana dall'avvicinarsi alle curve, consapevole di aver dato tanto, ma forse non tutto per allungare la striscia dei successi. La Juve continua a galleggiare nell'incertezza dei risultati, senza riuscire a trovare quella stabilità nel proporsi e nel conservare le sicurezze che costruiscono le vittorie. La Juve, lo dico col linguaggio di Motta, non riesce ancora stabilmente a portare le partite dalla sua parte e non sembra costruita a dovere per poter fare con regolarità quelle transizioni necessarie per piegare l'avversario. Manca sempre la forza per chiudere la partita, per aggiungere quel gol che toglierebbe fiducia a chiunque. Anzi, permette addirittura agli avversari di ricompattarsi, tanto da approfittare delle sbavature difensive figlie in parte dell'assenza di un mostro sacro come Bremer, ma anche di un'attenzione che via via diminuisce. Questa squadra, pur nella disponibilità (quasi) di tutti, non è abituata a giocare sbrigliata e senza ordini rigidi di scuderia. Qualche allarme scatta inevitabilmente per questo limite, o cattiva abitudine ereditata, ma evidenzia quanto sarebbe necessario anche un cambio di mentalità da parte dell'allenatore proiettato più verso il proprio credo e non verso quello dei propri giocatori. Ermetico nelle parole, ma forse anche blindato nelle paure del momento che non passa. La teoria si scontra con la pratica, così come la forma della tesina stilata a Coverciano con la sostanza di quello che poi gli interpreti non riescono a tradurre con efficacia nei 90 minuti di gioco.

Difficoltà – La Juve è qualcosa che ancora non c'è, a differenza di quello che non va e che trova parzialmente compensazione nei continui guizzi di Conceicao, nell'efficace solidità di Locatelli assieme a Thuram e Mckennie, non nei panni di terzino sinistro, e a fasi alterne anche di tenuta di Kalulu e/o Gatti. Ultimamente mai di tutti e due assieme soprattutto se orfani del miglior Cambiaso. Il resto è ancora troppo variabile, forse non solo nella nostra testa, ma a sentire i muri della Continassa anche di tutti gli altri non citati. Vlahovic non è diventato improvvisamente un brocco, e con tutti i limiti non sembra comunque vivere il suo miglior momento. Così come Koopmeiners schiavo del costo del cartellino più di quanto è utile per il gioco della squadra. Senza dimenticare Yldiz, Douglas e anche Milik lontani da quello che vorremmo che già fossero. Motta sa dove può e deve arrivare, anche se il tempo corre in fretta. Soprattutto alla Juve dove i conti te li presentano i risultati ottenuti. E gennaio non sarà una passeggiata.