La differenza tra la JUVE e gli altri...

La differenza tra la JUVE e gli altri...
Ieri alle 23:59Editoriale
di Claudio Zuliani

Passati i giorni di Natale, al rientro sui posti di lavoro abbiamo trovato quintali di materiale da smaltire. A cominciare dalla classica intervista a Beppe Marotta dove tutti lo ascoltano senza fare le domande correte che i tifosi di calcio si aspettano. Passata in sordina la data dell’udienza del maxiprocesso alle curve milanesi, archiviata ogni genere di richiesta di spiegazioni sulla passata gestione nerazzurra, ecco che pure l’interrogatorio a tal Beretta (noto criminale a capo della loro curva) non viene pubblicizzato come dovrebbe. Ma cosa dice tra le altre cose? Una roba da nulla, che tutti sappiamo. Che i tifosi passano in due con un biglietto dai tornelli, che tante volte il nominativo che entra allo stadio dichiarato non corrisponde a chi invece avrebbe acquistato il biglietto e, soprattutto, che la società Inter li avrebbe coperti in alcune circostanze. Cosa negata, ovviamente, da Beppone. Cosa però nota in tutti gli stadi di calcio.

I rapporti tra società e curve sembrano uguali dappertutto. E come mai quando la Juve denunciò la sua curva, restando senza la parte calda del tifo a sostenerla, finì continuamente sulle prime pagine di giornali, con approfondimenti dettagliati, con illazioni e “ cosa rischia la Juve”? Ci saremmo aspettati una parità di trattamento mediatico e una parità di approfondimento della giustizia sportiva. Invece Chiné, solerte ad aprire un fascicolo sulla JUVE STABIA (sarà la parola), continua a nicchiare quando si tratta di altre squadre. Il racconto, come sapete, fa tutta la differenza del caso e pare che oggi, il potere detenuto a tutti i livelli dagli indossatori di scudetti altrui, sia al di sopra di qualsiasi immaginazione. Il sentimento popolare modificato dal 2006 colpisce ancora. E la colpa è pure nostra perché loro, se attaccati, rispondono colpo su colpo. Mentre noi se attaccati, stiamo sempre in silenzio a subire.