L'inutile ricerca di un continuo capro espiatorio. Deve migliorare il concetto di squadra ancora prima dei singoli.
E torniamo sempre al punto di partenza. Si, quello, il concetto resto quello: ci vuole calma e tempo. Sappiamo però molto bene che l’umore dei tifosi, giustamente, viene indirizzato dai risultati. Si gioca per vincere, si compete per vincere, ancor di più quando ti chiami Juventus. Ma la barra non deve essere persa. Il progetto è appena iniziato, siamo agli albori di una creatura che ancora non cammina con le proprie gambe ma gattona e deve imparare a capire i suggerimenti e i consigli dei genitori. Ciò non toglie che a Empoli si possa e si debba fare di più, ciò non toglie che le occasioni, soprattutto in questa fase, dovrebbero essere sfruttate al meglio. E siamo già alla vigilia di un paio di gare che nell’immaginario collettivo, dovranno dire qualcosa di più concreto sullo stato di salute della squadra che è parso eccelso nelle prime due gare e mediocre nelle seconde due.
Al Castellani si è vista la volontà di mettere in pratica i dettami di Motta cozzare con la stretta attualità di giocatori non ancora al top, ed è del tutto normale, di condizione fisica ma anche di comprensione dei desiderata del tecnico. Cosicchè ad un certo punto della gara la sensazione era quella di una sorta di confusione organizzata che ha si rischiato alla Juve di far vincere la gara, ma anche di farla perdere.
Processo di crescita, impossibile immaginare dunque qualcosa di più a questo punto, ma è normale che in questa prima fase determinate partite, in un modo o nell’altro, dovrebbero essere vinte. Ma sapete qual è oggi la cosa più dannosa? I continui paragoni, nel bene o nel male, di quello che era, e soprattutto la ricerca costante di un “ colpevole” da sbattere in prima pagina. Parliamoci chiaro. Vlahovic sbaglia un gol importante, cosi come con la Roma ha la “ colpa” di non vedere Conceicao, ma non deve diventare il capro espiatorio di tutto. Ha ragione Motta, si gioca 11 in attacco e 11 in difesa, e soprattutto quando non ci sono individualità da mille e una notte, l’errore di uno deve essere compensato dalla bravura dell’altro. Che poi Dusan debba migliorare, debba restare più sereno nella gestione degli episodi, e debba segnare anche i famosi gol sporchi, è una verità che lo stesso attaccante serbo conosce benissimo.
Ma i miglioramenti devono arrivare anche dagli altri, da chi gioca alle sue spalle e ai suoi lati. E forse doveva arrivare anche dal mercato quell’alter ego, che evidentemente è rimasto come colpo in canna inesploso. Ma ci sono anche i lati positivi, quella ricerca di un gioco migliore, di un baricentro più alto e di un’aggressività che quando sarà supportata anche da una condizione fisica migliore, darà certamente i suoi frutti. Il tutto, e lo sottolineiamo, in un concetto di Noi che deve superare ancora quello dell’Io.
Cambiare tanto e pensare di arrivare subito a dama non è possibile, cambiare tanto e cercare di sfruttare al meglio un calendario che non era impossibile, era una legittima aspettativa. Cosa mi attendo ora? Quello detto la scorsa settimana: quando immaginando lo sviluppo di queste tre gare ravvicinate avrei messo la firma su un pareggio e due vittorie. Lo confermo e lo sottoscrivo, perché in queste due sfide allo Stadium la Juve dovrà fare vedere di che pasta è fatta. E ha tutti i mezzi per farlo.
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