Ceferin:” La Uefa è un’organizzazione senza scopo di lucro”
Dopo i venti forti e le parole di Bernd Reichard, CEO di A22, l’agenzia che si occupa della SuperLega, torna a parlare il presidente della Uefa Aleksander Ceferin. Lo ha fatto in un intervento pubblicato nell’Annual Report della Uefa per il 2021/22, lanciando numerose frecciate all’indirizzo del nuovo progetto calcistico continentale, segno che il braccio di ferro è perennemente in corso, in attesa del pronunciamento del Tribunale di Giustizia Ue che potrebbe giungere tra marzo e aprile. Ceferin ha esordito così: “Mi ha fatto molto piacere vedere quanto bene il calcio europeo si stia riprendendo dalla pandemia, dimostrando ancora una volta la sua vitalità, adattabilità e resilienza. I nostri risultati più significativi sono arrivati fuori dal campo, dove abbiamo lottato instancabilmente con la comunità calcistica europea per proteggere e promuovere i valori fondamentali al centro del nostro gioco”.
Peccato che tutta questa protezione dei valori basilari del calcio la percepisca solo la Uefa, con Reichart che ha annunciato contatti e dialoghi con almeno un’ottantina di club in tutta Europa. Ceferin poi torna sul nuovo format della Champions, con Reichart che ha già bocciato, in partenza, questa sorta di nuova/vecchia riforma perchè non presenta sfide attraenti, che inizierebbero solo con la fase di eliminazione diretta:
“Abbiamo definito un nuovo formato post-2024 per le competizioni Uefa maschili per club, dopo un’ampia consultazione con federazioni, club e leghe, tifosi, giocatori e allenatori. Ciò amplierà ulteriormente la partecipazione, migliorerà l’equilibrio competitivo e genererà entrate per la ridistribuzione a club, leghe e calcio di base. Soprattutto, i cambiamenti aumenteranno l’attrattiva e la popolarità delle nostre competizioni. Sono stato particolarmente lieto che il nuovo formato sia stato approvato all’unanimità dal Comitato Esecutivo Uefa. L’Eca, le European Leagues e le associazioni dei nostri membri erano tutte d’accordo, dimostrando che siamo più uniti che mai”.
Ceferin continua ad insistere diabolicamente su un concetto già ampiamente superato, ovvero, competizioni aperte e meriti sportivi, cosa ribadita più volte dal manager tedesco, responsabile della SuperLega, che va in giro spiegando, da molti mesi, che il progetto chiuso, quello originario, è stato da tempo cassato. Un punto superato, quindi inesistente, che viene sistematicamente riproposto come arma mediatica, una tattica questa usata dal sistema politico, vecchia come il mondo a cui più nessuno fornisce credito. Quindi, come nei peggiori modelli, il Presidente Uefa persevera, ben sapendo di mentire, quasi si fosse fermato il suo orologio alla scioccante proposta originaria della SuperLeague: “Ciascuno di questi risultati è una prova vivente dell’impegno della Uefa nei confronti dei valori del modello sportivo europeo, dalla difesa del principio delle competizioni aperte, in cui la qualificazione si basa sul merito sportivo, all’assicurare che il successo del gioco d’élite vada a vantaggio di tutti i livelli della piramide calcistica europea”.
A tutto ciò Ceferin aggiunge che le tempeste aiutano a migliorare: chissà quanto il sommo esponente Uefa creda a questa tesi oppure questo concetto, astruso dai fatti reali, sia imperniato sul timore e sulla paura legata al pronunciamento del Tribunale di Giustizia Ue.
“Quanto sono soddisfatto dell’attuale livello di collaborazione tra le parti interessate del calcio europeo? Le tempeste fanno sì che gli alberi mettano radici più profonde. Dopo aver affrontato molte crisi recenti per proteggere il calcio, la famiglia del calcio europeo è più unita che mai. Significa che possiamo ancora essere d’accordo su tutto nonostante le nostre differenze, ascoltarci l’un l’altro e trovare soluzioni insieme. Le relazioni sane nascono dalla fiducia e dalla trasparenza”.
Poi sul finale il grande “colpo di genio”, il coraggio spudorato, misto ad un’ipocrisia di fondo di Ceferin, che tra l’altro si è appena aumentato il ricco stipendio personale, portandolo a circa 2.7 milioni di euro annui:
“Il grande pubblico non è sempre consapevole del fatto che la Uefa è un’organizzazione senza scopo di lucro e reinveste la maggior parte delle sue entrate nel calcio. Il nostro compito è garantire lo sviluppo dello sport che amiamo, attraverso l’intera piramide calcistica. Dimostrano il valore della competizione aperta basata sul merito sportivo e l’importanza di dare la priorità alla solidarietà e alla sostenibilità rispetto al profitto e al potere”.
Tutto chiaro? Quindi la Uefa, secondo il suo parere, oltre a non avere scopo di lucro non sarebbe nemmeno un centro di raggruppamento del potere calcistico, la SuperLega, invece, concentrerebbe ogni male: un pensiero che racchiude in se infondatezze storiche e incoerenze zampillanti. Viene da chiedersi, dunque, perché i club, sin dagli albori degli anni ottanta, abbiano pensato e ripensato ad una SuperLega che potesse venire maggiormente incontro ai bisogni dei club rispetto all’istituzione Uefa, da sempre concentrata a inglobare la fettona più grande degli introiti, lasciando le briciole agli attori primi, ovvero le società. Negare ciò significa fare della pura demagogia, distribuendo propagazione scientifica.
Chiusura degna del discorso propagandistico e di ampio proselitismo effettuato da Ceferin, quasi volesse concorrere per un concorso di beatificazione calcistica:
“Non sorprende che il successo della Uefa attiri molta attenzione da parte di coloro che vedono il calcio come una risorsa solo a scopo di lucro, trascurando il suo impatto positivo sulle comunità e sulla cultura. Tali opinioni vanno contro l’essenza stessa del nostro sport. Difenderemo sempre i veri principi del calcio”.
Peccato che la Uefa, per tentare di difendere a spada tratta i veri e immarcescibili principi del calcio, abbia dovuto attendere il lancio della SuperLega, prima invece il silenzio assoluto. Perché come dice Bernd Reichart: “L’ultima riforma dell’Uefa è stata 30 anni fa. Se è così datata nel tempo significa che qualcosa non va e bisogna ricominciare a cambiare”
In questo mare magnum di parole, dichiarazioni, tesi, antitesi, accuse e proclami non resta che attendere il verdetto del Tribunale di Giustizia Europea, quella sarà la vera, inoppugnabile, cartina di tornasole della querelle Uefa-SuperLega.
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