Analisi tattica Juventus - Stoccarda: i motivi della debacle bianconera

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Oggi alle 16:35Primo piano
di Nerino Stravato
La prima sconfitta stagionale della vecchia signora analizzata per voi da Bianconeranews

Era solo questione di tempo, si sapeva che sarebbe arrivata. Ma nessuno si aspettava che arrivasse così. La prima sconfitta stagionale della Juventus ha lasciato tutti di stucco per il modo in cui è maturata. Lo Stoccarda ha letteralmente surclassato i bianconeri e, se il gol vittoria dei tedeschi è arrivato solo nei minuti di recupero, è solamente merito di un Mattia Perin versione “Ed Warner”, estremo difensore tra i protagonisti della serie animata “Holly e Benji”. La Juve inizia con l’ormai consolidato 1-4-3-3 con Thuram che prende il posto di Douglas Luiz, infortunatosi durante il riscaldamento.

La fase di non possesso degli uomini di Motta viene messa subito  in difficoltà dai tedeschi. Nelle rotazioni che effettua lo Stoccarda  uno dei centrali di centrocampo si abbassa a turno tra i due centrali di difesa che si allargano. Questo permette  ai terzini di alzarsi e allargarsi quasi a pestare la riga laterale. I due esterni di attacco entrano  dentro il campo portandosi in marcatura Savona e Cabal e liberando spazio proprio per i loro esterni bassi. Soprattutto sul lato destro Conceição e Savona hanno difficoltà a leggere la situazione, soffrendo tanto l’iniziativa Mittlestadt e Leweling. Thiago Motta prova a correre ai ripari cercando di portare una forte pressione uomo a uomo anche sui centrali difensivi avversari con Vlahovic e Yildiz, per cercare di disturbare la prima costruzione. I tedeschi rispondono cercando la giocata che anche contro il Cagliari la Juventus aveva sofferto: il passante alto sulla punta. E anche qui Danilo e Kalulu non riescono quasi mai ad anticipare gli avversari costringendo il resto della squadra a correre all’indietro. 

In fase di possesso la Juventus non riesce quasi mai a costruire nel primo tempo, vittima di un pressing alto e feroce dello Stoccarda. Questo anche dovuto probabilmente alla scelta di schierare Mckennie e Vlahovic insieme. Sia il serbo che l’americano sono maestri ad occupare l’area di rigore e aggredire la profondità, ma non sono altrettanto bravi a venire incontro e cercare di raccordare il gioco spalle alla porta. Giocate che sarebbero fondamentali per far saltare l’organizzazione di pressing e trovare spazi da aggredire, ma che non riescono mai ai bianconeri. Paradossalmente con Perin migliore in campo per distacco, si è fatta sentire in fase di costruzione anche l’assenza di Di Gregorio. Le sue abilità in costruzione sarebbero state utili per creare una soluzione in più per uscire dal pressing. Nella ripresa prova a correre ai ripari Motta, inserendo Cambiaso e Weah sulla corsia di destra, e Locatelli davanti la difesa con Fagioli a ricoprire il ruolo di Mckennie.  La Juve riesce a guadagnare campo, soprattutto sulla corsia di destra,complice anche un calo fisico dei tedeschi, ma senza mai rendersi troppo pericolosa. 

Nel finale poi questa volta non paga la scelta offensiva di Motta, con la Juventus in 10, di inserire un terzino invece di un centrale di difesa. Il gol arriva da una triangolazione centrale dove forse la presenza di Gatti  avrebbe garantito maggiore copertura. 

La deludente prestazione di coppa deve assolutamente essere uno stimolo per migliorarsi. E bisogna farlo subito. Domenica c’è il derby d’Italia, match che non ha bisogno di presentazioni. Servirà una Juventus completamente diversa, per affrontare una partita complicata che può essere il primo crocevia della stagione.