Paradosso Juve: contestata dai tifosi a -6 dalla vetta

Paradosso Juve: contestata dai tifosi a -6 dalla vettaTUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
La prestazione ottima e la vittoria contro il Verona spingono la Juventus verso i piani alti della classifica: vietato fermarsi

La miglior Juve di stagione si è vista contro il Verona, ieri sera. Facendo la tara necessaria e dovuta al valore dell’avversario, finalmente si è registrata una prestazione orgogliosa, corposa e pungente di una Vecchia Signora votata all’attacco per tutti e due i tempi, senza esitazioni o indugi. Senza gettare alle ortiche un tempo, rischiando praticamente nulla in 90 minuti, e con tanta voglia di prevalere. Ci voleva la frustata esiziale patita contro l’Empoli in Coppa Italia, coronando una performance orripilante, inaccettabile, e densa di imbarazzo? Ovviamente no, una squadra come Madama non può cadere vergognosamente come accaduto qualche giorno fa, lasciando nell’armadietto atteggiamento e voglia, mischiando la tanto decantata fame di vittorie con un orgoglio annacquato e una mente confusa e pigra, annebbiata da una presunta superiorità mai dimostrata davvero sul terreno di gioco. Insomma, serviva un riscontro immediato e quella risposta in forte controtendenza è giunta, con i tre punti strameritati, guadagnati contro gli scaligeri. Una Juventus capace di creare 5 occasioni da gol per tempo, oltre alle due reti di Thuram e Koopmeiners, con i bianconeri tambureggianti in avanti e bravi ad avere pazienza per trovare il giusto pertugio in cui inserirsi, anche se a questi ragazzi continua a difettare il killer instinct sottoporta: è importante creare chance da rete ma per trionfare servono i gol e vanno messi dentro con determinazione e cinismo totale. Le grandi squadre hanno questo Dna fulgido e cattivo, e ovviamente questa Juve una grande squadra non lo è o non lo è ancora. Questo sarà il nodo da sciogliere da qui alle prossime 11 gare che conducono alla fine della stagione.

Sì, perché tra questo mese e il finale di annata collocato a maggio, questa Juve e questo Mister si giocano tutto, in primis la faccia, poi il futuro tutto da costruire e la tanto attesa crescita che i tifosi attendono dal luglio scorso. La contestazione molto infuocata e dai toni accesissimi di domenica e quella più soft, attendista, ma decisa e con richiami all’orgoglio perduto andata in scena ieri sera dentro e fuori allo Stadium, hanno generato una scossa tellurica tanto necessaria quanto opportuna, che tutti ci saremmo aspettati mesi fa. In casa Juve non può una contestazione rimettere in circolo la fierezza perduta, l’orgoglio naturale che dovrebbe pervadere ogni momento in cui si indossa la “sacra maglia”. L’encefalogramma di Madama non è piatto, e ci mancherebbe, ma i valori distintivi dovrebbero essere una traccia naturale, puntuale, fisiologica, in una sorta di “in hoc signo vinces”, il paradigma che ha contribuito a rendere la Juventus una squadra leggendaria, celebre, vincente e temutissima in tutto il mondo. I tre punti di ieri sera hanno procreato un vero paradosso, tipicamente calcistico ma certamente inaspettato: davanti i leader della classifica non corrono, anzi rallentano, così i bianconeri si trovano a sei punti dalla vetta, fortificando il quarto posto in solitaria. E allora un minimo di ottimismo sta rifiorendo nelle menti e negli occhi di tutti i fans zebrati delusissimi, quella aspettativa provvida di speranze che ogni tifoso ambiva a cullare già in estate, allo sbarco di Thiago Motta sotto la Mole. A proposito, Mister Thiago non lo si vedeva così contento e felice nel post partita da ere geologiche, segno che la prestazione contro i gialloblù veneti ha ridato quelle componenti di sorriso che si erano spente con due eliminazioni fragorose, umilianti e disonorevoli nel giro di appena una settimana.

Parlare di “aspirazioni scudetto” in questo momento in casa Juve non pare un azzardo ma qualcosa di ben più voluminoso, visto l’andamento che la Vecchia Signora ha dipinto, sino ad oggi, in una stagione fatta di sofferenza, discontinuità, mancanza di brillantezza, poca reattività, scarsa attitudine. Ma nel calcio bisogna saper cogliere le occasioni, fiutare l’attimo, individuare la traccia giusta e poi colpire; lo scudetto è un sogno chimerico e come tale rimane, un pensiero oggi distante come il pianeta Marte lo è dalla Continassa: ciò che tutta la tifoseria chiede a questa squadra sono gli attributi, il carattere, la voglia e qualche miglioria. Ripartendo da queste voci, la Juve può, inaspettatamente, plasmarsi un finale di campionato parecchio interessante, che non può e non deve prescindere dall’accesso alla prossima Champions League: e il match di domenica contro l’Atalanta deve essere messo al centro del mirino, diventando la gara più importante della stagione. Confortante la prova del collettivo, incoraggianti alcune performance individuali. Bene Kelly, il solito, simbolico, Gatti combattivo, generoso e pugnace, l’inamovibile Thuram che si dimostra sempre più centrocampista totale, uomo ovunque e anche goleador, la personalità di un Alberto Costa, entrato in campo con l’elettricità addosso e smanioso di dimostrare, il talento e il sacrificio di Yildiz e quel Koopmeiners, tanto in ombra sino a qui ma con una rete siglata che, si spera, possa finalmente galvanizzarlo. In tre mesi la Juve si gioca tanto, si gioca tutto, l’allenatore idem, e anche se in pesante ritardo sulle tabelle di marcia, con troppi bassi e pochissimi alti, i bianconeri possono tratteggiare un viatico estremamente intrigante: tornare ad essere competitivi come il copione estivo recitava. Guai a coltivare sicumera, guai a pensare di aver domato lo stallone imbizzarrito di una stagione colpevolmente inadeguata per propri demeriti, ma i paradossi esistono. E mai come in questo momento in casa Juventus vanno cavalcati, senza remore e tremori. Poi a fine maggio scoccherà l’ora dei conti e dei bilanci definitivi, quelli dai quali non si può scappare. Ma a questo punto della stagione, fuori dalle coppe, i paradossi e le bizzarrie devono diventare un’opportunità per chi indossa la maglia a strisce bianche e nere.