Tutta l'Italia (ma proprio tutta) ha visto una Juve combattiva
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Una vittoria che fa male all'Inter e fa bene, anzi molto bene alla Juve. In questo derby d'Italia c'è stato tutto il bianco e il nero della stagione juventina: un tempo di gioco disordinato e l'altro di intensità e qualità superiore anche rispetto a quell'Inter squagliatasi incredibilmente nell'intervallo.
Tutte le vittorie sono importanti, ma questa un po' di più per la rivalità, e allo stesso tempo per i punti che aggiunge alla classifica, tanto da pareggiare il conto con quelli della Lazio. Contro i “belli” e “compiaciuti” nerazzurri è arrivata la ricompensa più meritata per una squadra alla continua ricerca della propria identità, a dire il vero fin troppo falsata da quei tanti pareggi, in campionato, lontani adesso cinque partite. L'ultimo con l'Atalanta, prima del successo col Milan, il blackout del San Paolo e il poker di vittorie, Psv compreso, come indicatore del cambio di rotta o più correttamente dei miglioramenti ottenuti anche grazie al mercato di riparazione, in primis con l'innesto di Kolo Muani.
Kolo Muani - Randal ha fatto il suo debutto poche settimane fa con un gol che non è bastato per battere il Napoli, ma con il quale si è preso in mano la Juventus nelle successive partite con il carico pesante delle due doppiette che lo hanno consacrato, con 5 reti, come il miglior realizzatore da quando in serie A la vittoria vale tre punti. Non male come battesimo in una squadra alla ricerca di qualcosa di più di un attaccante di “riparazione”. Da ieri sera anche l'esordio assoluto contro la squadra nerazzurra. Niente gol, ma quella capacità ubriacante di saper danzare con la palla al piede a tal punto da tenere sempre impegnati gli avversari nelle zone pericolose del campo. Niente gol, ma l'assist vincente per Conceicao e i tanti duelli snervanti per Acerbi e Bastoni. Proprio come richiesto da mister Motta, compiaciuto dell'atteggiamento del francese che «non cadrà nella trappola dei troppi elogi ricevuti». Sperando che non produca però l'effetto opposto in Vlahovic, relegato sempre più in panchina. Ma con la Juve in vantaggio, giustamente non utilizzato nel finale di gara.
Motta - Questa vittoria sull'Inter è riuscita a sghiacciare anche le emozioni più nascoste dell'allenatore bianconero, ma la stessa ha certamente aggiunto fiducia in un gruppo dimostratosi troppo reverenziale nei confronti dei primi, ops, secondi della classe. Per Motta ora si tratta di godersi per poche ore questo successo, prima di tornare concentrati sulla sfida di ritorno di Champions che vale la qualificazione e un cash di 11 milioni. L'analisi di Inzaghi è stata invece la stessa delle ultime due trasferte dove l'Inter non è riuscita a concretizzare e dove poi il gol subito ha spostato gli equilibri. Sentirsi forti e belli, come già accennavamo, è diventato un problema serio soprattutto per la sufficienza con cui i nerazzurri arrivano sotto porta.
Per la Juve si tratta ora di battere il Psv, passare il turno, magari sfruttare l'effetto scaramantico con un'altra cena offerta dal mister e insegnare a “sputare” sangue in ogni partita, così come proposto dal veterano Nico Gonzalez. Dai, dopo settimane difficili, siamo sulla strada giusta, e speriamo che “tutta” l'Italia bianconera abbia la medesima percezione.
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