La “metamorfosi” della Juventus e il “competere” di messere Giuntoli
Prologo
MEMENTO SASSUOLO e cambiamo argomento… visto che già ho letto fiumi d’inchiostro sul disastro in terra emiliana e desidero parlare d’altro al Lettore, pur esordendo con un “RICORDATI!” e almeno fanne tesoro cara Juventus…
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La metamorfosi è un cambiamento. Nell'etimologia della parola c'è il termine greco morfé cioè “forma”, dunque essa è in primo luogo un mutamento dell’aspetto, che spesso però porta con sé anche una trasformazione dell'essenza, del comportamento, della natura più profonda. Nel caso della Juventus possiamo ben dire che una metamorfosi collodiana ahimè negativa l’ha subita trasformandosi per un po’ di tempo in ciuchino, momento più sconfortante per il caro Pinocchio nelle sue Avventure e per la nostra Vecchia Signora nelle sue Disavventure dell’ultimo biennio allegriano.
La Juventus oggi, diretta e orchestrata da messere Giuntoli, un perfetto architetto che vuole riscrivere una storia leggendaria già impressa nelle pietre bianconere, si è rimutata in ciò che era una volta, riacquisendo pian piano valori lasciati per strada da una cattiva gestione che aveva bisogno di una ramazzata generale. È ritornata al passato guardando ad un futuro dorato, sconfiggendo quel passaggio negativo da burattino a ciuchino e finalmente riappropriandosi di se stessa, riproducendo in chiave moderna quel processo bonipertiano che fece della Juventus degli anni settanta e ottanta un modello di stile, di disciplina e di programmazione. Che possa davvero, il direttore d’orchestra fiorentino, essere un deus ex machina, o più precisamente, dal greco antico ἀπὸ μηχανῆς θεός, che letteralmente significa "divinità (che scende) dalla macchina": un personaggio della tragedia greca, ovvero una divinità che compariva sulla scena per dare una risoluzione ad una trama ormai irrisolvibile secondo i classici principi di causa ed effetto.
Intanto il machiavellico Cristiano ha riportato nella società una peculiarità fondamentale: il "competere". Da cumpetere, non ha nulla di sgomitante, muscolare, darwiniano: non è l'applicazione della massima homo homini lupus, bensì significa "procedere (petere) insieme (cum)", correre uniti verso la stessa meta. Un sistema politico, sociale, economico, veramente competitivo non procede in marcia solitaria ma rema nello stesso senso, si pone gli stessi obiettivi, concorre allo stesso fine, con gli uomini giusti: una squadra vincente quale è la Juventus deve essere la materializzazione di tutto ciò.
Che strano, senza “senatori” espatriati chi nella mitteleuropa (Union Berlin) e chi incerti se oltrepassare per sempre le Alpi francesi e godersi la pensione a Lagny-sur-Marne, i calciatori in campo sono tutti votati al sacrificio, con serietà e abnegazione. Certo, almeno fino al pareggio col Sassuolo...poi...
Fino a qualche tempo fa i senatori parlavano da sconfitti alle telecamere di queste indispensabili caratteristiche da ritrovare, oggi gli uomini che scendono sul prato verde da vincenti le mettono in pratica. Del resto seri bisogna esserlo, non dirlo, e magari neanche sembrarlo, sussurrava ad un amico di Santo Stefano un poeta che sapeva di calcio parlando del suo Bologna!
La Juventus è un concetto, un’idea, una immagine che va ben oltre la semplice squadra di calcio; è più forte delle metamorfosi che nel corso della vita si possono subire, ritornando con imperante vigoria alla sua forma naturale. La Juventus è nata farfalla, si traveste a volte da bruco per burla, per ritornare poi farfalla ancor più bella e colorata.
Quella appena trascorsa è stata la prima settimana “champions”… beh un pizzico di rabbia e malinconia sfiora gli animi bianconeri, quell’inno è vero ci manca; ma a pensarci bene, cari Lettori, l’inno dei campioni la Juventus non ha bisogno di ascoltarlo come tutte le altre squadre “normali”, perché è insito in lei, lo sente attraverso la sua maglietta ogniqualvolta scende in campo, sfidando l’avversario per essere vittoriosa in ogni stadio e metamorfizzando una ordinaria partita di campionato in una finale di coppa dei campioni.
È con questo aperitivo che l’uomo nuovo bianconero Giuntoli accompagnerà la Juventus sino alla cena di gala che si terrà al Fußball Arena di Monaco di Baviera, e lì si andrà non solo per ascoltare l’inno iniziale della Champions, ma per vedersi tributare alla fine il We Are the Champions dei Queen!
Epilogo: "Evitiamo allora le partite farfalline..." Allegri Dixit. Speriamo.
MEMENTO SASSUOLO!!! E una volta per tutte voltiamo pagina immediatamente già con il Lecce martedi… anche per cominciare a dare un senso e un valore reali a quelle parole tanto sentite e passionali che l’editorialista della domenica declama ai gentili e cortesi Lettori.
Roberto De Frede
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