Kolo Muani provvidenziale, esplosivo e fatato

Kolo Muani provvidenziale, esplosivo e fatatoTUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:01Editoriale
di Roberto De Frede
“Tutti i grandi cambiamenti sono semplici”. Ezra Pound

La Juventus si è appigliata ad un ramo ben saldo, e non sto parlando di quello manzoniano del lago di Como, ma probabilmente di un’ottima vite francese. Era sacra a Dioniso. La Bibbia testimonia che Noè salvò la vite e la impiantò dopo il diluvio universale. La sua coltivazione fu importata nella Magna Grecia dai primi colonizzatori e diffusa in tutta l’Italia probabilmente a opera degli Etruschi. Era considerata da queste popolazioni simbolo di forza, di capacità di adattamento e di trasformazione. Il popolo bianconero ha visto in Randal Kolo Muani finalmente quel centravanti devastante e affidabile, che si è immediatamente adattato all’ambiente, trasformando in tre partite la sterile fase offensiva in una fertile campagna a suon di gol, portando per mano la Vecchia Signora ad una tormentata vittoria contro un intraprendete Como.

Ci voleva poi così tanto a capire che con un centravanti tutto può risultare meno complicato? Da Parigi con furore, un prestito invernale oneroso che dovrà trasformarsi nell’acquisto estivo più importante. La Juventus per la ricostruzione deve partire dai campioni, non da inutili manciate di pedine. Kolo Muani rompe gli schemi con il suo tiro al fulmicotone, astuto, freddo, con un olimpico disprezzo per le frontiere dello spazio e del tempo, con una faretra piena di finte da far sembrare agli avversari di avere quattro gambe; con il pallone, riesce a cambiare fronte, alternando il ritmo e dal pigro e furbo trotterellare passa al ciclone inarrestabile; senza palla, si smarca negli spazi vuoti e cerca aria quando gli spazi si intasano: un campione. Il suo primo gol ai lariani è un arabesco disegnato in quell’attimo che passa dallo spalancare gli occhi del tifoso in attesa e il grido liberatorio della rete!

Ogni gol è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni gol è ineluttabilità, - diceva il poeta - folgorazione, stupore, irreversibilità, poesia, tragedia, letteratura. Randal con il glorioso 20 sulle spalle è il simbolo di tutto questo, da una macchina divinamente sceso dall’alto, e posizionato proprio lì, nell’area di rigore avversaria. Un vero e proprio deus ex machina comparso sulla scena per risolvere gli intrecci nodosi della trama bianconera, in modo così inaspettato da risultare quasi improbabile da credere. Il calcio, la vita come la letteratura, un viaggio fantastico attraverso sorprese ed emozioni. L’altra sera eravamo in quel di Como… e come non ricordare la Provvidenza, protagonista dei Promessi sposi, elemento tra l’umano e il metafisico, narrativamente equiparabile proprio al deus ex machina del teatro greco.

Per Raymond Chandler, nato nella Chicago dei gangsters, non poteva che essere una pistola, le coup de théâtre, e mi sovviene quanto il gergo calcistico ha attinto da quello delle armi. Nell’introduzione di un’edizione della raccolta di molti dei suoi racconti del 1950 - Trouble Is My Business - l’autore scrive, a proposito delle cosiddette storie hard-boiled (il poliziesco violento e d’azione tipico degli anni ’20 e ’30, con autori come Mickey Spillane, Philip Marlowe, Mike Hammer, Dashiell Hammett e lo stesso Chandler), storie in cui era richiesta un’azione costante: «In caso di dubbio, fai entrare un uomo da una porta con una pistola in mano». Non è certo difficile immaginare una scena del genere: in qualsiasi situazione un uomo con una pistola che appare d’improvviso dà senz’altro lo stimolo che manca a proseguire la storia, poiché da quella azione consegue una reazione dei personaggi.

Carlo Collodi nel suo capolavoro ci ha deliziati con i colpi di scena, trasportandoci da una situazione drammatica al tanto agognato lieto fine. La Fata Turchina salva la vita a Pinocchio dopo che fu impiccato dal Gatto e dalla Volpe e più avanti interviene di nuovo e trasforma Pinocchio in un vero bambino. Anche il signor Tonno che salva Pinocchio e Geppetto quando fuggono dalla bocca del pescecane è un deus ex machina, così come il cane Alidoro che salva il nostro eroe dall’esser fritto in padella dal pescatore verde. Certo, in una favola come Pinocchio non è difficile escogitare espedienti del genere e renderli credibili: quando leggi una favola, devi credere a tutto ciò che l’autore ha scritto.

Ebbene la favola, per ora a lieto inizio, la sta scrivendo un giovanottone nato nella regione dell'Île-de-France. Ci vogliamo credere e non svegliateci se è un sogno… tutta la vita è sogno, e i sogni, sogni sono.

Roberto De Frede