Dall'impresa di Lipsia al mezzo passo falso con il Cagliari: cadere serve a rialzarsi ma vi spiego perché il bicchiere è mezzo pieno

Dall'impresa di Lipsia al mezzo passo falso con il Cagliari: cadere serve a rialzarsi ma vi spiego perché il bicchiere è mezzo pieno
Oggi alle 00:05Editoriale
di Vincenzo Marangio

Una cosa che amo dire sempre è che non esistono problemi ma soltanto opportunità. Questo è l'unico modo per crescere e non piangersi addosso, per puntare al massimo senza accontentarsi del minimo e di trasformare le cose che non funzionano in punti di forza. La pazienza continua ad essere una parola d'ordine per tutto l'ambiente juventino, ricordo ancora quando in piena estate arrivarono le prime due vittorie con altrettanti segnali positivi: sei gol fatti, zero subiti e una squadra che sembrava aver già cambiato pelle, il grande pericolo sarebbe stato costruire un castello in aria e invece ricordo che invitai tutti a tenere i piedi ben saldi a terra. Era solo l'inizio, sorridere dopo due partite può essere incoraggiante ma non deve essere giudizio definitivo soprattutto per un gruppo che ha cambiato totalmente pelle. Non mi sbagliavo, viste tante difficoltà che poi sono emerse, ma continuo a vedere il bicchiere mezzo pieno e vi spiego perché.

Dobbiamo avere tutti la bravura di andare oltre il risultato, non esaltarsi troppo dopo una vittoria e non abbattersi dopo una sconfitta ma intercettare i progressi o regressi. Davanti ad un regresso o ad una situazione di stasi è lecito essere preoccupati, se invece si assiste ad un graduale e costante progresso allora è chiaro che la strada è giusta. Porterà allo scudetto? Troppo presto per dirlo perché non c'è soltanto la Juventus ma anche le rivali e soprattutto una squadra, il Napoli, che a me personalmente non ha impressionato ma non avendo le coppe ha banalmente il vantaggio di abbassare la possibilità di infortuni e dispendio di energie mentali e fisiche. La Juventus ne sa qualcosa: la vittoria contro il Lipsia ha dato tantissimo in termini di motivazione e autostima, andare a vincere su un campo così difficile sul palcoscenico della Champions League con un uomo in meno e tante decisioni arbitrali avverse significa tantissimo, significa essere in possesso dei requisiti per crederci e arrivare fino in fondo a patto che tutte le cose vadano per il verso giusto.

L'altra parte della medaglia è che il rischio degli infortuni, con più partite dispendiose da giocare, aumenta e così in appena un quarto d'ora la Juve perde Bremer (per tutta la stagione) e Nico Gonzalez e questo è un problema importante che ha in qualche modo inciso anche nella sfida contro il Cagliari nella quale la Juventus si è calata con più autostima che cattiveria e il campo non mente: esce fuori una prestazione bella ma che non porta la vittoria. Specchiarsi e piacersi è un delitto dai tempi di Narciso, restare affamati e dimenticare in fretta la partita precedente è una delle virtù dei forti. Quindi ora bisogna dimenticare in fretta le pecche del pareggio contro il Cagliari e affrontare la prima grande difficoltà stagionale: affrontare la Lazio dopo la sosta senza Bremer, Conceicao, probabilmente Nico Gonzalez e Koopmeiners fermato da un infortunio più fastidioso del previsto. Non basterà più raddoppiare gli sforzi, bisognerà triplicarli. Ma veniamo al bicchiere. Perché lo vedo mezzo pieno? Perché il percorso della nuova era Motta è stata sempre di crescita, da ogni errore si è imparato qualcosa e anche i pareggi sono da leggere in maniera diversa visto che contro il Cagliari si è prodotto più della somma delle occasioni avute contro Roma, Empoli e Napoli. Un minimo di assetto si è cominciato a percepire così come la bravura di chi, come Kalulu, ha saputo integrarsi subito al meglio diventando valore aggiunto.

Ma ciò che mi rende ottimista è paradossalmente il potenziale rimasto inespresso: Khephrem Thuram non ancora al top e nei meccanismi della squadra, un Douglas Luiz irriconoscibile e l'apporto al 50% di Koopmeiners. Cosa c'è da sorridere? Che ho fiducia in questi valori e nel fatto che si troverà il modo di tirarli fuori e a quel punto la Juventus avrà compiuto un ulteriore step di crescita e potrebbe diventare davvero una seria candidata allo scudetto a patto che non si perdano troppi punti per strada in questa fase iniziale e che a gennaio si torni sul mercato per assicurarsi un attaccante che possa far rifiatare Vlahovic o affiancarlo. C'è ancora tanto da lavorare ma la strada, fidatevi, è quella giusta.