Da Motta a De Rossi: ai tecnici serve tempo e una narrazione onesta

Da Motta a De Rossi: ai tecnici serve tempo e una narrazione onestaTUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:01Editoriale
di Mirko Nicolino
Si esaltano allenatori subentrati dopo solo quattro partite, ma se poi vengono esonerati nello stesso lasso di tempo... bisognava dare loro del tempo

L’esonero di Daniele De Rossi da parte della Roma, per molti un fulmine a ciel sereno (ma siamo sicuri?) mi dà lo spunto per tornare su una questione annosa e sulla quale molti addetti ai lavori ci stanno costruendo la carriera. Posto che nel calcio i giocatori contano e conteranno sempre di più degli allenatori, la dobbiamo finire con la narrazione artatamente forzata dopo poche partite, per poi magari chiedere tempo quando le cose non vanno come si vorrebbe.

Daniele De Rossi è stato mandato via dalla Roma esattamente dopo quattro partite del campionato 2024-2025 e oggi per la maggior parte sono a dire che i giallorossi hanno sbagliato, avrebbero dovuto dargli più tempo, non si può giudicare un allenatore dopo sole quattro gare. E sono gli stessi, probabilmente smemorati, che a febbraio 2024, esattamente dopo le prime quattro partite di De Rossi sulla panchina dei capitolini in sostituzione di José Mourinho dicevano: “Avete visto come Daniele ha rivoltato la Roma dandole un gioco in sole quattro settimane?”.

Quindi quattro settimane bastano per cambiare una squadra o ci vuole più tempo? Perché se avevate ragione allora, dovete semplicemente tacere oggi. Se avete ragione ora, siete stati quantomeno imprudenti allora. Non si racconta così il calcio e lo stiamo vedendo anche con le narrazioni che cambiano di settimana in settimana nei confronti del nuovo allenatore della Juventus. Dopo le prime due partite, Thiago Motta aveva rivoltato i bianconeri come un calzino, rivitalizzando persino Dusan Vlahovic. Poi sono arrivati due pareggi a reti bianche contro Roma ed Empoli e improvvisamente il gioco di Motta è diventato monocorde e Vlahovic tornato il centravanti impreciso e “non da Juve” che era sotto la guida tecnica di Massimiliano Allegri.

Ora la vittoria contro il PSV ha un po’ riallineato i giudizi sul lavoro del mister (non quelli sul centravanti), ma sono sicuro che alla prima nuova difficoltà si cambierebbe nuovamente. è un vezzo tutto italico, ovviamente, non avere equilibrio nei giudizi, esaltarsi alla prima positività e abbattersi alla prima negatività. Come dico da settimane, per poter dare un minimo giudizio sul lavoro di Thiago Motta bisognerà attendere ancora un bel po’ di partite, almeno fino a novembre. Non c’era nulla di cui esaltarsi dopo le vittorie con Como e Hellas Verona, non c’era nulla per cui deprimersi dopo il doppio 0-0.

Semplicemente il nuovo tecnico e la nuova squadra bianconera devono trovare la loro dimensione in un contesto ben diverso dal Bologna. È fin troppo evidente che, soprattutto tra i confini italici, chi potrà farà le barricate contro la Juve e di conseguenza bisognerà trovare un piano B. In Europa, come si è visto contro il PSV, di spazi ce ne sono di più e così questa Juventus la si invita a nozze. L’importante è aver già raggiunto una certa solidità (peccato per il gol subito nel finale contro gli olandesi) e aver migliorato la condizione non proprio ottimale al loro arrivo, ovvero dei vari KaluluKoopmeiners, Gonzalez e Douglas Luiz. Al resto penseranno il lavoro in allenamento e soprattutto le partite, che alzeranno il livello della squadra ma anche del tecnico, che dopo il debutto in Champions dell’altra sera avrà modo di arricchirsi ulteriormente calcando i palcoscenici di un certo tipo.