Centenario proprietà Agnelli: l'Avvocato e l'amore per "Pinturicchio" Del Piero
"Sono tifoso della Juventus, sono stato 19 anni in bianconero, e questo mi ha dato la possibilità di fare parte di una grande storia e di capire cosa significa questo amore che dura da un secolo. Perché ci sono storie che non possono finire". Con questa frase Alessandro Del Piero ha chiuso il suo post social che celebra i 100 anni della presidenza Agnelli. Lui che è stato parte di questo meraviglioso mondo bianconero e che con gli Agnelli e in particolare Gianni ha scritto pagine incredibili di questa squadra. Perché forse uno come "Pinturicchio" forse la Juventus non lo ha mai avuto. E non ce ne voglia un altro "cocco" dell'Avvocato come Michel Platini.
Del Piero, il nuovo diamante dell'Avvocato
Era l'estate del 1993 quando grazie a Giampiero Boniperti, Alex firmò il suo primo contratto con la Juventus per cinque miliardi di lire (comprensivi del cartellino di Adriano Bonaiuti). Il sogno di una vita che si realizzava, lui bianconero da sempre con la maglia del cuore. Cosa poteva esserci di meglio? A raccontare quei giorni è lo stesso Del Piero tempo fa in una intervista: "Prima di firmare il contratto, Boniperti mi aveva invitato a vedere la Juventus a Udine. Io e il mio procuratore avevamo fissato una cifra minima da chiedere come stipendio, ma una volta entrati nel suo ufficiò cominciò a parlare di vari argomenti. Poi di punto in bianco ci presentò il contratto, allora io e il mio procuratore siamo usciti 5 minuti dall'ufficio e siamo tornati per firmare. Ovviamente a una cifra nettamente minore rispetto a quella che pensavamo. Ma d'altronde quello era Boniperti, cosa potevo dirgli?".
Del Piero iniziò dividendosi tra Primavera e Prima Squadra, ma era ben chiaro a tutti, a partire da Giovanni Trapattoni, che per le mani la Juventus aveva qualcosa d'importante, un diamante grezzo da lavorare certo, ma pur sempre un oggetto preziosissimo. Di quelli che l'Avvocato Gianni Agnelli amava perdutamente. E si innamorò anche di lui, giorno dopo giorno, perché quel ragazzo di stoffa ne aveva e si calò immediatamente nella realtà Juventus. Esordì in Serie A il 12 settembre 1993, subentrando a Fabrizio Ravanelli al 74' di Foggia-Juventus, terminata poi 1-1; tre giorni dopo, nei trentaduesimi di finale della Coppa UEFA, debuttò anche in campo europeo, contro la Lokomotiv Mosca. A una settimana dall'esordio in campionato, realizzò il suo primo gol in bianconero, in Juventus-Reggiana, firmando il 4-0 finale.
Ma c'è anche un'altra data da ricordare di quel "primo Alex", che è quella del 20 marzo 1994, quando mise a segno una tripletta nel 4-0 con cui la Juventus batté il Parma in un momento complicato in cui società e tecnico erano nell'occhio del ciclone. Un particolare che ricordò anni dopo lo stesso Del Piero, parlando proprio dell'Avvocato: "Per me era tutto nuovo, avevo diciotto anni, appena inserito in prima squadra, aggregato dalla Primavera. Era la vigilia della partita contro il Parma. Non so se l'Avvocato mi conoscesse. O meglio, di certo mi conosceva perché era un grande intenditore di calcio e molto curioso - dunque si era informato anche del nuovo arrivo, che ero io - ma ovviamente riservò la sua confidenza ai giocatori che allora erano più affermati. Noi eravamo appena usciti dalla Coppa Uefa, ed eravamo anche stati contestati dai nostri tifosi, il Parma aveva invece vinto contro l'Ajax. Quella di Nevio Scala era la squadra del momento. L'Avvocato colse il clima difficile e forse anche un po' di sfiducia che avevamo nelle nostre possibilità, ci rincuorò e ci disse che tutta quella differenza tra le nostre squadre, di cui anche i giornali parlavano, in realtà nei fatti non c'era. E portò proprio con sé un giornale, per stimolarci a dare il massimo, reagendo a quelle critiche. Il giorno dopo battemmo il Parma nettamente, e io segnai la mia prima tripletta con la maglia della Juve. Questo è stato il primo impatto con lui, con il suo carisma e con l'entusiasmo che sapeva trasmettere".
Del Piero, il nuovo "artista" di Agnelli
Per Gianni Agnelli il calcio e la Juventus erano sinonimi di bel gioco. ha ammirato grandi numeri 10 come Omar Sivori e Michel Platini. Per Le Roi fu perdutamente innamorato, tanto che una volta disse: "Se un giorno, come spero, potessimo avere nella Juventus un giocatore sul quale ci trovassimo a commentare 'questo è più forte di Platini', lo direi con una punta di dispiacere". E forse per Del Piero lo ha pensato davvero. Perché, come era nel suo stile, azzardò per lui un accostamento speciale a un pittore. Come Baggio fu per lui Raffaello, Del Piero divenne "Pinturicchio", "per l'estetica, per il suo modo di giocare. I suoi gol sono sempre eccellenti".
Una definizione che Del Piero ha poi sempre apprezzato: "All'inizio la mia reazione fu un pò perplessa, ovvero... non sapevo chi fosse Pinturicchio. Poi mi sono informato e ho scoperto che era un grande pittore. Sono affezionato a quella definizione, perché sapevo con quale spirito l'Avvocato l'aveva detto, e perché mi ricorda una bella fase della mia carriera, gli esaltanti primi anni con la Juventus". L'Avvocato se ne andò nel 2003, ma Del Piero continuò a incantare con quella maglia in Italia, in Europa, nel mondo. E di sicuro oggi, a tanti anni di distanza, forse lo confesserebbe che c'è stato qualcuno migliore di Platini...
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