Sognare lo scudetto non costa nulla: la Juve di Motta intanto sale

La parola scudetto è tornata prepotentemente alla ribalta nel mondo Juve. Il -6 dalla vetta della classifica rende lecito quello che per molti resta un sogno, per altri una concreta possibilità. Sull'argomento rimane (giustamente) cauto Motta, a differenza di Yildiz e Thuram che dicono di crederci. Forse è la beata gioventù a regalare quel pizzico di sana spavalderia. E se nello spogliatoio la parola magica fosse sdoganata e magari la squadra avesse fatto una specie di patto? Il sospetto c'è perché Kenan e Khephren hanno parlato al plurale. L'approccio e il modo con cui ieri i bianconeri hanno battuto e dominato il Verona fa riflettere, una reazione di forza e di orgoglio dopo il doppio e prematuro tonfo in Champions League e Coppa Italia, sinonimi di fallimento sportivo e mancati introiti per la società. Poi ci sono i tifosi e anche qui esiste una fisiologica spaccatura: da una parte i visionari del tricolore, dall'altra chi invece respinge questa possibilità, per convinzione o magari scaramanzia.
Comunque sia, stando ai fatti e ai numeri lo scudetto della Juve non sarebbe utopia, ma purtroppo il destino non è solo nelle sue mani. Davanti ci sono tre squadre: Inter, Napoli e Atalanta (prossimo avversario), con 6, 5 e 3 punti di vantaggio e pensare ad un triplice crollo è difficile. Alla fine del campionato mancano 11 giornate e i bianconeri, fermo restando la sfida di domenica contro la Dea, il turno successivo devono andare a Firenze, e tra le gare poi da disputare tre trasferte insidiose: il 6 aprile in casa della Roma, il 4 maggio a Bologna, una settimana dopo ancora nella Capitale, sponda Lazio. Senza trascurare le altre avversarie. Il cammino è abbastanza complicato. Come detto, servirebbe la sbandata delle tre davanti. Sperando di vedere la stessa Juve ammirata contro il Verona. Ma più cinica. Come sarebbe una vita senza sogni?
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