Dalla contestazione al sogno. Tutto diventa possibile ma guai a volare troppo. Classe arbitrale sempre più preoccupante!

E’ proprio vero che il calcio sa raccontare storie illogiche, partorite da una mente diabolica. E fu cosi che nella settimana peggiore della stagione bianconera, condita da due uscite dalle coppe con tanto di umiliazione in Coppa Italia, da una contestazione dei tifosi nei confronti di dirigenza, squadra e allenatore, gli uomini di Motta battendo il Verona, tornano al quarto posto attaccando, almeno sulla carta, il predominio di Inter e Napoli, adesso con il fiato sul collo di una Signora ancora un po' traballante ma reduce da cinque vittorie consecutive in campionato.
Un filotto che ha portato la Juve dai 16 punti di distacco dal Napoli del 25 gennaio, ai 5 del 4 marzo. Contro il Verona, squadra di basso livello, si è visto finalmente dominare la partita per tutti e due i tempi, e solo uno scherzo beffardo del estino, aveva consentito agli scaligeri di passare in vantaggio, con un gol poi giustamente annullato per fuorigioco. Perché va bene che siamo in una stagione strana, ma terminare in svantaggio il primo tempo sarebbe stato davvero folle.
La Juve ha prodotto, il problema vero resta la cronica difficoltà nel trovare la via del gol, e ha dimostrato che Thuram è davvero uomo imprescindibile assieme a Locarelli, nel reparto mediano. Stavolta è piaciuto lo spirito, la voglia, la caparbietà di andare a cercare e prendere la vittoria, anche in un ambiente e difficile come lo Stadium, silente nel primo tempo, in contestazione per buona parte della ripresa. Serve anche questo, perché tempra e mette carattere nei giocatori, da quelli più anziani ma con poca Juve alle spalle ai più giovani che non devono dimenticare mai il peso e il valore della maglia che portano. Umiliazioni come quelle di mercoledi scorso debbono lasciare il segno e trasformarsi in energie positive.
Malumori? Mal di pancia? Qualunque cosa ci sia, adesso deve essere messo tutto in un angolo. Si faccia un patto ci si stringa attorno alla maglia e si tenti l’impossibile. Nonostante abbia cinque punti in meno rispetto alla passata stagione, la Juve non è mai stata cosi vicina alla vetta negli ultimo cinque anni.
Dato che vuol dire tutto e nulla. Non ci sono posizioni giuste o sbagliate. Credere nell’impresa deve essere doveroso per puntare dall’obiettivo minimo che è quello del quarto posto. E per favore adesso non dividiamoci pure su chi crede allo scudetto e su chi lo ritiene impossibile. Spingiamo la squadra il più possibile alla scalata delle due prossime vette, l’Atalanta in casa e la Fiorentina fuori, che prima della pausa ci diranno quanto è lecito sognare.
Per adesso godiamoci una settimana serena, e chiediamoci cosi sia stato possibile non dare un rigore solare come quello che è stato negato alla Juve. Una classe arbitrale cosi rischia di rovinare una volata finale che potrebbe essere davvero intrigante.

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