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Scirea, Mariella a RBN: “Juve seconda famiglia. Cosa gli diceva Boniperti. I giovani si ispirino a Gaetano”

Scirea, Mariella a RBN: “Juve seconda famiglia. Cosa gli diceva Boniperti. I giovani si ispirino a Gaetano” TUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 4 settembre 2024, 10:20Podcast
di Quintiliano Giampietro

Il 3 settembre di 35 anni fa ci lasciava Gaetano Scirea, vittima di un incidente in Polonia, dove era andato da dirigente per osservare una squadra avversaria della Juve in Coppa Uefa. Fuoriclasse, capitano e uomo di grandissimo spessore, l'ex difensore bianconero è stato ed è ancora uno dei giocatori più amati di tutto il panorama calcistico italiano e non solo. Come sempre tantissimi i ricordi da parte di ex compagni e addetti ai lavori. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve è intervenuta Mariella Cavanna, vedova di Gaetano. Nelle sue parole aneddoti legati a Boniperti, Platini e la speranza che Scirea possa essere un esempio per le nuove generazioni. 

Come sempre, giornata emotivamente particolare e piena di ricordi per Mariella: “Nonostante siano trascorsi 35 anni, una giornata sempre triste, però ricca di emozioni. Posso assicurarti che il telefono ha squillato in continuazione, messaggi da parte di amici e anche persone che magari ci conoscono da poco. Tutti in qualche modo hanno voluto ricordare Gaetano, quindi giornata commovente e allo stesso tempo ricca di soddisfazione”. Mariella poi lancia un messaggio alle nuove generazioni, nel nome di Scirea che unisce tutte le tifoserie: “Ancora oggi al cimitero di questo piccolo paese del basso Monferrato (Morsasco), arrivano persone che lasciano sciarpe di ogni squadra (Genoa, Milan, Sampdoria, della stessa Inter), pregando e dando un saluto a Gaetano. Questa è la dimostrazione che lui ha lasciato un segno nello sport in generale, a prescindere dalla fede calcistica. La cosa principale che vorrei avesse lasciato, sono i valori per lui importantissimi e che oggi i giovani non riconoscono. Questo al di là del calcio, parlo di famiglia, umiltà, lavoro, tutti fattori che riteneva fondamentali. Gaetano per esempio alla guida era sempre molto cauto, era attento all'alimentazione. Ricordo che Platini dalla Francia portava sempre le ostriche, io le mangiavo, mio marito al massimo una per paura potessero creargli problemi. Per lui la Juve era una seconda famiglia”.

Nel podcast l'intervento integrale