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Cucchi a RBN: “Motta può aprire un ciclo alla Juve. Fiducia in Giuntoli. Chiesa? Mi dispiace, ma...”

Cucchi a RBN: “Motta può aprire un ciclo alla Juve. Fiducia in Giuntoli. Chiesa? Mi dispiace, ma...”    TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
martedì 2 luglio 2024, 10:30Podcast
di Quintiliano Giampietro

Non si placano le polemiche attorno alla Nazionale dopo la brutta eliminazione ad opera della Svizzera. Fa inoltre discutere la decisione del presidente della Figc Gravina e del ct Spalletti, di non dimettersi malgrado la figuraccia. Sotto accusa tutta la politica federale rispetto ai giovani. In casa Juve intanto dopo Douglas Luiz potrebbe arrivare Khephren Thuram dal Nizza, sempre viva anche la pista Koopmeiners per un centrocampo rivoluzionato, anche in base alle richieste di Thiago Motta. Grande lavoro di Giuntoli anche per quanto riguarda le uscite. Da risolvere le situazioni legate a Chiesa e Rabiot. L'ex viola ha un contratto scadente e le parti sembrano distanti rispetto alla possibilità di prolungare. Il centrocampista francese invece è libero, ma i bianconeri attendono una risposta risposta alla proposta di rinnovo. Di questo ed altro ha parlato in ESCLUSIVA a Fuori di Juve Riccardo Cucchi, voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto.

Cucchi analizza la disfatta azzurra a Euro 2024 e le mancate dimissioni di Gravina e Spalletti: “Lo dico con molta serenità anche se uso una parola forte: credo ci sia il rischio di assuefazione al fallimento. Mi spiego. Dopo due qualificazioni mancate ai Mondiali, questo Europeo complicato e deludente, risultati tristi dal punto di vista sportivo che nessuno si assuma responsabilità è un sintomo pericolo. E' come si fossimo abituati alla sconfitta che il nostro movimento calcistico sta subendo continuamente. Come dicevo, questo è un grande rischio perché siamo convinti di non poter recuperare terreno. La sconfitta così diventa una condizione normale per il calcio italiano. Sarebbe molto grave se fosse così. Riguardo alla squadra azzurra, sono convinto sia una delle peggiori mai comparse sulla scena della Nazionale. Il problema non è dei ragazzi scesi in campo, ma il fatto che siano figli di una generazione, quella italiana che denota in maniera molto chiara l'assenza di talento. Su quel campo di Berlino, nel 2006, ho avuto la fortuna di raccontare il trionfo azzurro, con quel rigore di Grosso decisivo nella finale contro la Francia che ci fece esultare tutti. In quella squadra c'erano giocatori come Del Piero, Totti, Pirlo, Cannavaro, Nesta. Parliamo di talento. Quest'ultimo, dopo 18 anni che fine ha fatto? Questa è la domanda da farci. Per primi però dovrebbero farsela i dirigenti del calcio e dello sport italiano in generale”.

Nel podcast l'intervento integrale