La Juve esonera Motta e prova a rialzarsi con Tudor

La Juve esonera Motta e prova a rialzarsi con TudorTUTTOmercatoWEB.com
Ieri alle 19:02Editoriale
di Antonio Paolino
Nel pomeriggio di ieri l'esonero ufficiale di Motta e in serata l'arrivo di Tudor a cui si chiede di riportare ordine nello spogliatoio

Le dimissioni non sono mai state prese minimamente in considerazione, mentre l'esonero era nell'aria già dal dopo Fiorentina di una settimana fa. Forse anche prima, da quando in pratica lo stesso (ex) allenatore della Juventus ne aveva annusato l'eventualità. L'eliminazione dalla champions, seguita a ruota dall'uscita dalla coppa Italia, non poteva che averne già minato le reali possibilità di permanenza, dato che l'abito - quando alleni la Juve - te lo fanno scegliere, ma poi te lo confezionano in base ai risultati o al rischio di non raggiungere quelli di vitale importanza. 

Dubbi – I dubbi, dopo aver forzato più volte la fiducia, sono sorti con quell'orgoglio comparso prima del possibile aggancio all'Atalanta e frantumato dopo la caduta libera di Firenze. Elementi contraddittori e chiarificatori per tutti, Giuntoli compreso, della fragilità del progetto e dell'urgenza di cambiare guida tecnica dopo aver provato a tenere sotto traccia le problematiche gestionali. Dal sogno illusorio di guardare dall'alto della classifica ci si è trovati, in due partite, a boccheggiare dalla sponda scongiurata dell'unita di crisi. Proprio la situazione che in società ci si augurava di poter evitare con una maggiore capacità di adattamento di un allenatore cocciuto e integralista anche negli ultimi faccia a faccia con la dirigenza. A proposito, ci permettiamo di escludere categoricamente – dopo accurate verifiche - che Giuntoli si sia rivolto a Motta rinnegando volgarmente la scelta di otto mesi fa. Di certo ne aveva sottovalutato i rischi

Tudor – Con una classifica in bilico, tre scontri diretti in trasferta e uno spogliatoio da rinsaldare nessuna soluzione sarebbe stata facile da prendere, tranne una. Tanti i nomi sul tavolo, meno quelli credibili e accostabili alla vecchia Signora: da Mancini a Pioli, passando dalle scelte interne di Magnanelli o Brambilla, per finire a Tudor già accostato nei momenti di emergenza alla panchina bianconera. Tra i chi sale e chi scende, nel giro di poche ore, il nome più affidabile è risultato proprio quello dell'ex centrocampista, nonché già componente dello staff di Pirlo. La Juve si affida a lui per i prossimi tre mesi convinta di poter rimettere ordine e disciplina tra i giocatori. Il fine giustificherà i mezzi e poi si vedrà se continuare assieme anche se una clausola permetterà al club l'interruzione del rapporto pur con la qualificazione in champions. Per Tudor, quindi, un atto d'amore incondizionato. La sua nuova avventura vanta almeno 9 tappe: dal Genoa al Venezia prima eventualmente del mondiale per club. Ventisette punti a disposizione, una classifica da scalare e un gruppo da rigenerare al pari dell'entusiasmo del pubblico che da questo momento dovrà tornare ad essere, senza più alibi e puzza sotto il naso, l'uomo in più al fianco della squadra. In campo si tornerà ai ruoli tradizionali e alle giocate uomo su uomo. E c'è da scommetterci che gli esodati di Motta ritroveranno sorriso e grinta. E gli esami ricominceranno per tutti prima degli ulteriori aggiustamenti, a tutti i livelli della società, già programmati per la prossima estate. Errori ne sono stati commessi, e qualcuno è già stato corretto.